[Antipro] Fwd: [Emerson_news] Dom 27 feb - insanamentemia

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Gio 24 Feb 2011 12:11:03 CET


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Subject: Fwd: [Emerson_news] Dom 27 feb - insanamentemia
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Date:    Thu, February 24, 2011 11:35 am
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 Subject: [Emerson_news] Dom 27 feb - insanamentemia
 Date: Wed, 23 Feb 2011 15:34:46 +0100
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 Domenica 27 febbraio
 20.00 apericena – 21.30 spettacolo teatrale

 INSANAMENTEMIA

 “la realtà è terribilmente superiore
 ad ogni storia, a ogni favola, a ogni divinità
 a ogni surrealtà” A. Artaud

 spettacolo teatrale a cura del Progetto Zena
 in collaborazione con il Collettivo antipsichiatrico A. Artaud.

 Un ospedale. Una sala d’aspetto.
 Cinque donne nell’attesa di una metamorfosi indotta.
 Da donne a soggetti psichiatrizzati.
 Aggrappate al loro intimo equilibrio e annichilite dalla paura.
 Sarà il dottor Marchi a guidarle attraverso suggestive patologie,
 terapie e farneticazioni della sua stessa mente.
 Donne e psichiatria, la necessità assoluta di agire contro gli
 stereotipi che producono atteggiamenti discriminatori, oppressivi e
 violenti verso le donne e le loro fasi naturali.
 Passività e incoscienza indotte da farmaci o ribellione?
 Il conflitto è inevitabile, considerando però che una satira spietata
 sia la migliore lettura della realtà.

 “InsanaMente Mia” nasce da una riflessione collettiva su un tema di
 genere, la patologizzazione e la medicalizzazione della vita e delle
 fasi naturali della donna da parte della psichiatria, da sempre
 strumento di controllo e di gestione della diversità, del disagio e
 dell’incompatibilità sociale. Dalla volontà di comunicare attraverso il
 teatro, di mettere in scena la nostra rabbia con i nostri corpi – che
 risentono della minaccia
 psichiatrica tanto quanto le nostre menti – è nato il Progetto Zena, un
 collettivo teatrale che da un anno lavora su questo tema, attraverso
 l’orizzontalità e la condivisione. Le donne hanno da sempre vissuto
 sulla propria pelle i meccanismi di un sistema che le voleva
 normalizzate, pena una spietata esclusione e repressione, che in passato
 portò ai processi alle streghe, ma che anche oggi prevede accettazione,
 segregazione e contenzione, sia fisica che farmacologica.
 Alle donne viene chiesto di essere figlie esemplari, mogli, madri,
 nonne, lavoratrici precarie in casa e fuori casa, oggetti del desiderio
 maschile ma anche depositarie della più austera morigeratezza! La
 mancata corrispondenza a modelli e ruoli imposti le rende prede della
 psichiatria, che con le sue diagnosi e “cure” nega loro la possibilità e
 la libertà di essere semplicemente se stesse: donne libere ed
 autodeterminate nelle scelte che riguardano i propri corpi, le loro
 identità e diversità.
 Oggi più che mai la donna viene avviluppata nella ragnatela
 psichiatrica, proprio in virtù di quelle che sono le fasi naturali della
 sua vita, momenti di cambiamento e di crescita trasformati dalla
 medicina in diagnosi, disturbi, psicosi (disturbo disforico
 premestruale, depressione post-partum etc.) per arricchire le casse
 delle multinazionali del farmaco, e, ancora una volta, a causa del suo
 non- corrispondere, del suo essere non omologata e improduttiva.
 Le donne portate in scena sono incatenate nel meccanismo di produzione
 e riproduzione sociale.
 Anche loro non sono felici, ma si ribellano. Anche loro non accettano
 modelli omologanti ed opprimenti, così come non accettano diagnosi e
 terapie psichiatriche. Trovano forza ascoltandosi reciprocamente,
 ritrovandosi e ribellandosi. Così come si ribellarono altre donne in
 passato, messe sotto processo, legate alle corde del “curlo”, torturate
 da aguzzini che tormentavano i loro corpi per salvare le loro anime.)
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