[Antipro] [Fwd: art liberazione sugli opg di ieri 29/07/10]

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Sab 31 Lug 2010 08:07:48 CEST


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Subject: art liberazione sugli opg di ieri 29/07/10
From:    antipsichiatriapisa a inventati.org
Date:    Fri, July 30, 2010 11:38 am
To:      C_RAP a yahoogroups.com
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E i senatori scoprono i manicomi criminali
di Checchino Antonini

Da quando c’è la legge Basaglia si chiamano ospedali psichiatrici
giudiziari ma sono sempre gli stessi manicomi criminali di una volta.
Sono sei, ci sono rinchiusi in 1500 e il 40% di loro non ci dovrebbe
stare ma, finita la pena, gli viene prorogato il soggiorno.
All’infinito. Spesso senza un processo. Le famiglie non ci sono o li
rifiutano e i territori non li accolgono. Così vivono in nove in una
cella, lenzuola luride come i bagni, l’acqua tenuta in fresco nella
tazza del cesso, legati se sgarrano, con lo psichiatra a disposizione
per meno di un’ora al mese. Almeno tre strutture (Barcellona Pozzo di
Gotto, Aversa e Montelupo Fiorentino) andrebbero chiuse subito.
Dice il senatore Pd Ignazio Marino: «E’ la logica del codice Rocco,
ereditato dai tempi del fascismo». E ora che gli eredi di Rocco stanno
al governo stanno per mettere mano alla 180 che aveva abolito i manicomi.
Forse è anche per arginare quest’attacco che la commissione d’inchiesta
del Senato sul servizio sanitario nazionale, di cui Marino è presidente,
ha voluto presentare ieri alla stampa, prima che all’Aula, i dati di una
serie di ispezioni a sorpresa, svolte tra giugno e luglio, tra gli Opg.
E’ così uno schifo che perfino il capogruppo in commissione del Pdl (il
partito che vuole riaprire i manicomi) era sinceramente sconcertato. Ha
trovato perfino i camici degli addetti ai lavori dello stesso grigiume
delle lenzuola. La cella dell’unica trans rinchiusa non si apre nemmeno
per l’ora d’aria. <+Cors>Liberazione<+Tondo> pubblica on line una
galleria fotografica ma i commissari hanno spiegato che per quanto
orribili non rendono il quadro.
Ecco il taccuino di viaggio della delegazione di senatori e carabinieri
dei Nas: a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) 329 degenti stipati in
celle costruite nel ’14. Non ci sono psciologi e psichiatri né qualsiasi
attività educatva. Ovunque sporcizia, muffe, intonaci scrostati, porte
rotte, vetri incrinati, ruggine, pavimenti rotti, esalazioni di urina.
Un paziente era nudo e legato al letto con le garze. Aveva un ematoma
sulla testa ma il diario clinico non faceva menzione del trattamento. Ad
Aversa (Caserta), costruita nel 1898, si vive in 320 in celle da sei
tutte in condizioni «disumane». Gli infermieri si cambiano nella tromba
delle scale ma due padiglioni ristrutturati restano inutilizzati. I
farmaci stupefacenti somministrati sono registrati una volta l’anno. I
Nas hanno preso nota e hanno denunciato tutto alla procure ma sono le
stesse procure che condannano molti pazienti a una sorta di «ergastolo
bianco». Ecco Secondigliano, dove l’Opg è dentro il carcere: il 40% dei
rinchiusi è in deroga. Qui sta da 25 anni un paziente che doveva
scontare due anni. Un altro da tre anni attende il trasferimento in
comunità. Ustioni e occhi neri mai annotati nei diari clinici. Oppure
piedi e mani che vanno inesorabilmente in cancrena. A Montelupo
Fiorentino sono in 170 in uno stabile degradatissimo. A Reggio Emilia
stanno in 274 dove ne dovrebbero stare 132. In un piano tre docce
dovrebbero lavare 58 pazienti. Uno di loro era legato da cinque giorni
per motivi disciplinari in una stanza dove non c’è nemmeno un campanello
d’allarme. Ci sono spazi vuoti ma la gente sta in tre in 9 metri quadri.
Un po’ meglio solo a Castiglione delle Stiviere dove anche il personale
è sembrato più motivato.
Anche nelle carceri “normali” ci sono internati - e sono 1800, secondo
fonti del partito radicale - che, scontata la pena, restano dentro per
una presunta pericolosità sociale.
In attesa di modifiche al codice penale e di superare il sistema degli
ospedali giudiziari, la commissione attende nel giro di pochi giorni le
liste di pazienti dimissibili (il 40%) da ciascun Opg ed entro agosto
«spera» di trovare soluzioni con le Asl competenti. «Gli Opg sono una
delle “zone del silenzio” - spiega Alberto, attivo a Pisa nel collettivo
antipsichiatrico dedicato ad Antonin Artaud - e mostrano l’uso politico
della psichiatria. Si spinge sempre di più il consumo di farmaci, torna
in voga l’elettrochoc, magari per curare la depressione post parto. Ed è
in agguato una legge per portare il trattamento sanitario obbligatorio
da 7 giorni a un mese».




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