[Antipro] [Fwd: [Antifa] PASSA IL DDL GELMINI: Porteremo il conflitto nel cuore degli atenei, colpendo laddove non vi aspetterete mai!]
telviola a ecn.org
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Mar 28 Dic 2010 06:19:54 UTC
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Subject: [Antifa] PASSA IL DDL GELMINI: Porteremo il conflitto nel cuore
degli atenei, colpendo laddove non vi aspetterete mai!
From: autonomix a autistici.org
Date: Thu, December 23, 2010 10:54 pm
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23 Dicembre 2010. Roma.
Ore 16.50.
Il senato della Repubblica approva la riforma dell'Università(DDL
Gelmini). I voti favorevoli sono stati 161 , i contrari 91 e 6 gli
astenuti. Il testo di legge dovrà essere ora promulgato dal Presidente
della Repubblica e pubblicato sulla gazzetta Ufficiale prima di entrare
in vigore.
Rabbia, sconforto.E ancora tanta Rabbia.
Mesi e mesi a organizzare nelle università italiane iniziative,
banchetti, uscite pubbliche, serate, autogestioni, occupazioni, cortei,
blocchi, manifestazioni, mobilitazioni di massa.Invadere le città,
bloccare tutto.Occupare monumenti, strade, autostrade, porti e
aereoporti.Salire sui tetti, sui tetti delle facoltà, degli spazi
sociali, delle fabbriche e dei luoghi di lavoro.Mesi e mesi a parlare di
autoriforma dal basso, a coinvolgere studenti e studentesse, professori
e docenti, studenti medi, dottorandi e ricercatori, precari e precarie,
lavoratori e operaie, sindacati e associazioni, migliaia di compagne e
compagne, a richidere lo stop ai tagli all'istruzione, ai finanziamenti
a privati e spese militari.
Mesi a far capire a questo Governo che noi,studenti e lavoratori uniti,
avevamo un idea differente da quella loro, che la volevamo praticare.
Mesi a dire che la crisi non dobbiamo pagarla noi, che le decisioni
spettano a noi.
Eravamo e Siamo stati piu' di un Onda.Un vortice. Uno Tsunami.
Abbiamo attraversato lo sciopero con la Fiom ad Ottobre, la giornata di
rivolta del 14 Dicembre, aumentando il conflitto in maniera
esponenziale.
E loro, sordi, ora approvano il DDL.
Proprio Ieri in Tutta Italia avevamo di nuovo preso parola per ribadire
che questa riforma non la volevamo.Anche a Milano un corteo non
autorizzato, determinato e organizzato, ha attraversato la metropoli,
portando il conflitto al di fuori delle logiche di palazzo e delle
istituzioni.
Avevamo scelto, come universitarie e universitari, di raggiungere via
Padova, partendo dal centro pulsante del sapere: la Statale di Milano.
Raggiungere Via Padova, periferia multiculturale e multietnica spesso
criminalizzata da Governo e Comune, per noi studenti aveva un
significato speciale. Avevamo deciso di andare lontano dal centro, per
incontrare i quartieri popolari, abitati dai lavoratori italiani e
migranti, per ribadire il fatto che la nostra lotta è anche quella di
tutti coloro che come noi sentono la necessità di opporsi ai singoli
provvedimenti varati da questo governo e dai suoi mandanti,
Confindustria e vari gruppi di potere.
Lo avevamo fatto a centinaia, conquistandoci metro per metro il nostro
corteo, comunicando alla città la nostra rabbia contro questo Governo e
contro la “riforma” Gelmini che mina alla base il carattere pubblico
dell'istruzione e dell'università.
Non sono state certo le manganellate o le continue provocazioni da
parte di un Governo arrogante e disinteressato a risolvere i problemi
reali del paese, a fermare gli studenti e le studentesse scesi in
piazza, a Milano e in tutta Italia.
Volevamo essere imprevedibili. Lo siamo stati.
Ci siamo sempre mossi in maniera determinata e cogliendo novità
essenziali nel movimento.
Erano decenno che gli studenti non riprendevano cosi'fortemente le
redini del loro(nostro)futuro!
E non sarà certo l'approvazione di questo ddl a fermare il nostro
essere movimento per un’università davvero diversa, portato avanti da
anni con iniziative di autoformazione e di lotta. Infatti, le vertenze
riguardanti governance, diritto allo studio e precarietà restano aperte
in quanto legate ai tagli e ai decreti attuativi che il governo dovrà
emanare. Né ci stancheremo di ribadire la nostra contrarietà al modello
di università dettato dal processo di Bologna, al servizio del mercato,
della produzione, dell’immobilismo sociale, che non può essere
nell’interesse dei giovani e degli studenti.
Non arretreremo di un passo, la rivolta sarà anche domani, fino a
quando le privatizzazioni, la precarietà, la militarizzazione della vita
pubblica, le inutili missioni di guerra all’estero, i CIE e i
respingimenti non cesseranno di esistere. Oltre alle nostre, le
mobilitazioni nel resto dell´Europa ce lo insegnano: quando c´è la
rabbia, la consapevolezza di essere nel giusto e la determinazione a
vincere dei soggetti sociali reali, l'intelligenza collettiva diventa
sciopero materiale senza bisogno che nessun sindacato lo indica.
Porteremo il conflitto nel cuore degli atenei, colpendo laddove non vi
aspetterete mai!
Non abbiamo rimorsi, ma solo piu' rabbia e voglia di cambiamento!
Non un passo indietro, ma mille in avanti!
PER UNA UNIVERSITA' PUBBLICA, LAICA E ACCESSIBILE E TUTTI/E
CONTRO IL PROFITTO, FIDUCIA NEL CONFLITTO
Universitari e Universitarie in Mobilitazione Permanente Milano
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