[Antipro] [Fwd: I: [psichiatriafuckyou] comunicato 08-05-2010 Million Marjuana March]
telviola a ecn.org
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Gio 22 Apr 2010 10:59:14 CEST
---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: I: [psichiatriafuckyou] comunicato 08-05-2010 Million Marjuana March
From: "pietro clerici" <pietro_olmo a yahoo.it>
Date: Thu, April 22, 2010 10:00 am
To: telviola a ecn.org
viola962000 a yahoo.it
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--- Gio 22/4/10, mari41@ ha scritto:
Da: mari41 a Oggetto: [psichiatriafuckyou] comunicato 08-05-2010 Million
Marjuana March
A: psichiatriafuckyou a yahoogroups.com
Data: Giovedì 22 Aprile 2010, 01:28
SABATO 8 MAGGIO 2010
DECIMA EDIZIONE ITALIANA M.M.M.
0RE 16, DA PIAZZA DEI PARTIGIANI A PIAZZA BOCCA DELLA VERITA’ FINO ALLE
23.00.
DEDICATA A TUTTE LE VITTIME DEL PROIBIZIONISMO, MASSACRATE DI BOTTE IN
GALERA O
ANCORA PRIMA DI ARRIVARCI.
La million marijuana march è un'iniziativa mondiale lanciata nel 1999 dal
sito statunitense http://www.cures- not-wars. org.
Sbarcò nel nostro paese il 5 maggio 2001 con la campagna di autodenuncia
di massa "Signor giudice ho piantato un seme" (info alla pag:
http://www.ilmanife sto.it/piantails eme/campagna2001 .htm) che raccolse
circa 1100autodenunce tra Palermo, Milano e Roma dove il 05-05-01 furono
consegnate 645 autodenunce assieme ad alcune piantine di cannabis alla
caserma dei carabinieri di piazza Venezia da una delegazione di nove
persone al termine di una street antiprò partita da piazza della
Repubblica e aperta da una delegazione di indiani Lakota. Il giudice per
le indagini preliminari prosciolse i nove in istruttoria preliminare
stabilendo che non vi era reato e la vicenda si concluse quindi senza
conseguenze penali oltre che per la delegazione anche per tutti gli
autodenunciati nei confronti dei quali non fu mai iniziata nessuna azione
legale. Da allora ogni anno il primo fine settimana di maggio l'Italia
partecipa con Roma all'iniziativa mondiale che, partita
dalle poche decine di città del 1999, coinvolge ormai più di 300 città
su tre punti rivendicativi da sempre uguali in tutto il mondo: 1) fine
delle persecuzioni per i consumatori. 2) diritto all'uso terapeutico
della Cannabis per i Pazienti 3) diritto a coltivare liberamente una
pianta che è parte del patrimonio botanico del Pianeta. In sintesi
riteniamo che: la coltivazione della cannabis sia un DIRITTO NATURALE
(come per il basilico o il prezzemolo), acquisito al momento della
nascita sul Pianeta Terra, come respirarne l’aria, bagnarvisi nei mari,
berne le acque, calpestarne il suolo ecc. Il patrimonio botanico
dell’intero pianeta appartiene al genere umano, qualsiasi tentativo di
privatizzarne, brevettarne o vietarne anche solo una parte è un furto a
all’umanità intera.
La Million Marijuana March è una iniziativa ormai collaudata, è radicata
in tutto il Pianeta e anche nel nostro paese, dove, nelle ultime edizioni,
le sempre più partecipate parate M.M.M. hanno attraversato Roma, con
molte decine di migliaia di consumatori e consumatrici danzanti dietro ai
camion sound. Dall’entrata in vigore del D.L. 49/06 (tristemente noto
come “legge Fini/Giovanardi”) , fatta furbescamente passare negli
ultimi giorni del precedente governo Berlusconi all’interno del
pacchetto decreti urgenti per le olimpiadi di torino 06, abbiamo assistito
alla sua applicazione progressivamente sempre più aspra. Nei due anni del
successivo governo Prodi, nonostante avesse nel suo programma la
cancellazione di questa infame legge, nulla è stato fatto, tradendo di
fatto le aspettative di quante/i lo avevano votato, sperando in un
cambiamento. Il risultato è un progressivo riempimento delle patrie
galere di consumatori e consumatrici
beccati con qualche canna o piantina, mentre nei posti dove prima si
trovava erba o fumo (bar, muretti, giardinetti ecc.) ora sono di gran
lunga più facilmente reperibili droghe pesanti, soprattutto cocaina ( ma
anche l'eroina, consumo obsoleto che credevamo relegato agli anni '80 e
in via d'estinzione) . Ciò è dovuto al fatto che le condanne per chi è
beccato con pochi grammi di erba o altro, sono identiche, ma i profitti
sono ovviamente maggiori per chi spinge coca. Anzi, i rischi per chi
decide di autoprodurre il proprio consumo autocoltivandosi le proprie
piante sono addirittura maggiori di chi spaccia per professione, dato che
l’autocoltivazione è equiparata alla produzione di “droga”, come
se avere alcune piante e una raffineria fossero la stessa cosa.
L’Italia è forse l’unico paese europeo dove nelle metropolitane e
stazioni ferroviarie, dopo gli attentati terroristici di Londra e Madrid,
circolano cani antidroga anziché
antiesplosivo, cani che potrebbero essere impiegati più proficuamente
nei porti dove arrivano container carichi di merce da tutto il mondo, ma
ci sarebbe il pericolo di pestare i piedi agli amici degli amici e allora
è più conveniente fermare qualche pischello/a con due canne in tasca,
nella metro, o davanti alle dance hall reggae nel Salento, dove i
“tutori della legge” fanno pesca a strascico con l’ausilio delle
unità cinofile http://lamusicanons iblocca.wordpres s.com/comunicato
-e-appello/ . Del resto in tutto il paese, da nord a sud, grazie alle
“servitù militari”, eredità fossile della guerra fredda, sono
innumerevoli i porti e gli aeroporti sotto il controllo USAF, dove non
essendo previsto alcun controllo doganale potrebbero transitare
quantitativi illimitati di qualsiasi merce. Ciò che interessa veramente
ai vari governi che si sono susseguiti dal dopoguerra a oggi, non è
contrastare il traffico, che produce enormi profitti
esentasse, ma perseguitare la cittadinanza consumatrice dato che il
proibizionismo è un fenomenale strumento di controllo, ricatto e
repressione di massa. Da circa quattro anni nel nostro paese se si é
fermati con due canne in tasca viene spesso perquisita immediatamente
l’abitazione. Per la prima volta in decenni di proibizionismo, da
quando è in vigore il D.L. 49/06, nei periodi tra l’estate e
l’autunno, nelle campagne e nei piccoli paesi di provincia, persone
additate come consumatori o attivisti antiproibizionisti hanno subito
“perquisizioni preventive”, alla ricerca, nei propri orti, di piante
che non c’erano.
Il proibizionismo non è altro che la tassa sul consumo di sostanze
illegali che governi collusi o conniventi con le narcomafie pongono sulla
pelle di milioni di consumatori/ trici, in favore del narcotraffico
gestito da mafia, ‘ndrangheta e camorra a cui è di fatto affidato il
monopolio dell’importazione, produzione e distribuzione delle sostanze
illecite. Ogni pianta, ogni grammo di erba autoprodotta sono denaro
sottratto ai signori del vapore, difendere le ragioni del proibizionismo
significa difendere gli affari dei mafiosi. La Cannabis inoltre è una
pianta fitodepuratrice, capace di disinquinare i terreni assorbendo e
trattenendo nelle sue fibre i metalli pesanti e gli anticrittogamici
presenti nel terreno, per questo motivo è importante che sia coltivata
seguendo i dettami dell’ agricoltura biologica, in luoghi dove non solo
il terreno ma anche l’aria è pulita, dato che si tratta di una pianta
resinosa sulle cui cime fiorite si attacca
qualsiasi particella e non si può lavare come si fa con i pomodori o la
lattuga.
Il proibizionismo costringe milioni di consumatori e consumatrici a
rifornirsi da organizzazioni criminali.
Alcuni anni fa ci furono dei morti a causa del vino al metanolo,
immediatamente entrarono in azione i N.A.S. che analizzarono i vini di
tutte la marche in commercio ritirando dal mercato i vini contraffatti,
ciò fu possibile grazie al fatto che il vino è legale e l’etichetta
reca l’indicazione dei produttori, a differenza dei prodotti illegali,
venduti al mercato nero, su cui non c’è nessuna etichetta o certificato
di qualità o lista degli ingredienti. Sostenere il proibizionismo è non
solo antietico, dato che favorisce gli affari delle narcomafie, ma anche
pericoloso per la salute pubblica, dato che non è possibile alcun
controllo qualitativo e ciò getta milioni di cittadini/e nelle mani di
mercanti senza scrupoli, la cui unica legge è il profitto. Tutte le
ultime edizioni le abbiamo dedicate alle vittime del proibizionismo, da
Giuseppe Ales a Federico Aldrovandi, da Alberto Mercuriali a Aldo
Bianzino, uccisi non dalla “DROGA” ma
assassinati dal proibizionismo, e la lista purtroppo non si ferma, le
scioccanti immagini del corpo tumefatto di Stefano Cucchi hanno colpito
allo stomaco anche chi inconsapevolmente giustifica le insensate e
oscurantiste neo medievali leggi proibizioniste.
In questa drammatica situazione di evidente e grave violazione dei diritti
umani, la decima edizione italiana della M.M.M. assume un significato
ancora più RESISTENZIALE e anche la nostra modalità di attraversare la
città cambia drasticamente.
Ci piace immaginare per l’otto maggio un'isola festante, danzante e
solidale ma consapevole che c’è ben poco da festeggiare in un paese
dove giorno dopo giorno vengono progressivamente cancellati i basilari
diritti civili di cittadinanza, non sarà un corteo funebre né una street
parade ma una marcia che esprima la nostra gioia e voglia di vivere in
antitesi all'immagine kriminal/patogena che i proibizionisti amano
spacciare di noi, la nostra creatività e socialità orizzontalmente
liberata che condivide il consumo a fini ludici o l'uso per scopi
terapeutici della nota favolosa pianta come comun denominatore. Non è una
qualsiasi generica street antiproibizionista ma la giornata mondiale della
CANNABIS, di cui quella romana è solo una delle oltre trecento in tutto
il pianeta. Abbiamo iniziato nove edizioni fa ( due anni dopo le prime
internazionali) con una marcia aperta da una delegazione di indiani
Lakota, abbiamo proseguito nelle prime
edizioni con le bande musicali e pochi camion sound ma molto colorati e
comunicativi, una volta siamo partiti dal Gianicolo e abbiamo
attraversato il centro, passando sotto Reggina Coeli con i Punkreas che
suonavano dal vivo sul camion in movimento, poi via via la Million
Italiana è andata crescendo a dismisura fino alle centomila presenze
della ultima edizione ma perdendo di senso e diventando ingestibile.
Abbiamo tentato di dare spazio a tutti e tutte, cercando di inventare un
non luogo itinerante dove potessero convivere i vari generi musicali come
complesso e variegato è la popolazione colpita dal proibizionismo ma
nella scorsa edizione questo progetto è fallito. Avevamo chiesto a tutti
i camion sound di leggere e accettare insindacabilmente il codice di
autoregolamentazion e (che potete consultare sulla pagina edizione 2009)
dove indicavamo chiaramente le varie situazioni che non avremmo voluto
vivere “…..i tre punti della piattaforma mondiale della M.M.M. e non
dove andarsi a sfasciare con abusi chimici che potrebbero offrire agli
sciacalli proibizionisti la foto di due o tre che oscurano e vanificano
l'agire di migliaia...” oppure: “…Chiediamo pertanto a tutti i
sound di vigilare attorno ai propri camion autogestendo il proprio spazio
affinché non si verifichino le indesiderate situazioni sopra
descritte…”. Tutto questo e altro
ancora è stato purtroppo disatteso, ci siamo ritrovati/e ostaggi/e di
una situazione che non avremmo voluto vedere. Non vogliamo essere vittime
di un’ effetto collaterale, diventare la valvola di scarico della
pentola a pressione del proibizionismo come il capodanno lo è per la
società, dove ognuno/a, anche e soprattutto il/la più represso/a per
il resto dell’anno deve in quella notte eccedere, “sfogarsi” come
si usa dire.
Non vogliamo ritrovarci in una folla inconsapevole, ce lo siamo detto
subito alla fine della scorsa M.M.M. , o non la facciamo più o cambiamo
tutto, eravamo arrivati a ritrovarci invasi dai carretti tutti uguali, con
le bacinelle, gli ombrelloni, le bibite nel giaccio, la lampadina e il
generatorino tutti uguali organizzati dalla camorra, come nei grande
eventi, ma noi non siamo la henichen, siamo un movimento
antiproibizionista internazionale e la camorra è una delle controparti
che non possiamo o vogliamo finanziare.
Consapevoli di fare una scelta drastica e incomprensibile per alcuni
rifondiamo la Million, meglio essere in numero minore ma molto più
comunicativi, consapevoli e non criminalizzabili, con meno carri ma solo
di musica Reggae.
Lo scorso anno chi è stato in testa dove c’erano solo carri reggae non
si è neanche accorto di ciò che accadeva dietro, ovviamente ci dispiace
che dovendo tagliare gli altri generi musicali, tagliamo anche carri
bellissimi come quello dei “puzzle” e non solo, che sono stati
correttissimi, ma non c’è nulla di personale, semplicemente quello che
si è determinato nell’ultima edizione è un meccanismo enorme
che noi non siamo in grado di gestire.
Non sarà una Street Parade e non saranno accettati carri non pre
autorizzati, anche il percorso è volutamente più breve
Buon M.M.M. 2010 a tutti e tutte.
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