[Antipro] [Fwd: Inoltra: Parma: Giuseppe Saladino ucciso dalla psichiatria e dal carcere]
telviola a ecn.org
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Ven 13 Nov 2009 17:20:16 CET
---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: Inoltra: Parma: Giuseppe Saladino ucciso dalla psichiatria e dal
carcere
From: "assoc.alter" <assoc.alter a yahoo.it>
Date: Fri, November 13, 2009 12:39 am
To: telviola a ecn.org
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--- In psichiatriafuckyou a yahoogroups.com, peste <lapeste a ...> ha scritto:
Parma, 32enne muore, dopo una notte in cella
Giuseppe Saladino era stato fermato dopo aver violato gli arresti
domiciliari per un furto di monetine dal nostro inviato Francesco Alberti
PARMA - Quindici ore in carcere e una folla di perché. Un giovane di 32
anni morto senza che ci sia un apparente motivo. Una madre che accusa:
«Era sano, me l'hanno ridato senza vita». Un'inchiesta per omicidio
colposo contro ignoti, per ora. Un carcere, quello di via Burla a
Parma, che si ritrova all'improvviso sotto i riflettori. Troppo
presto, ancora, per fare analogie con il terribile caso di Stefano
Cucchi: comunque una bruttissima vicenda, aperta a qualsiasi sviluppo,
tutta da decifrare. Giuseppe Saladino aveva 32 anni, non era uno stinco
di santo, ma nemmeno un delinquente incallito. Qualche mese fa, era
stato condannato a un anno e due mesi di reclusione dopo essere stato
pizzicato mentre faceva incetta di monetine in alcuni parchimetri del
centro storico. Una condanna esemplare, come si dice in questi casi,
con l'unica consolazione di poterla scontare a casa, agli arresti
domiciliari, sotto gli occhi della madre, Rosa Martorano.
Tutto è filato liscio fino a venerdì scorso quando, a metà
pomeriggio, Giuseppe, non rendendosi forse conto della gravità del
gesto, è uscito di casa: di fatto, per il codice penale, si è trattato
di una evasione. La sua passeggiata però è stata di breve durata.
Sorpreso da una pattuglia della polizia e riconosciuto, è stato
immediatamente portato nel carcere di via Burla. Addio domiciliari, per
lui. Erano le 17 di venerdì quando le porte del penitenziario si sono
chiuse alle sue spalle. Quindici ore dopo, alle 8 di sabato, in casa
della madre Rosa è squillato il telefono. All'altro capo del filo c'era
il direttore del carcere: voce bassa, tono di circostanza. Racconta la
donna ai microfoni di Tv Parma: «Il direttore mi ha detto che Giuseppe
era morto, che era stata una cosa improvvisa, inspiegabile, mi pare
abbia parlato di un malore. Poi ha aggiunto che aveva voluto
telefonarmi di persona perché aveva preso in simpatia il mio ragazzo e
perché sapeva che siamo brave persone... ».
Parole, ovviamente, che non possono bastare a una madre. La donna,
infatti, si è immediatamente rivolta a un avvocato, deciso a fare luce:
«Voglio sapere, voglio che tutto venga chiarito, non può succedere una
cosa del genere». Il lavoro del legale Letizia Tonoletti, alla quale si
è rivolta Rosa Martorano, parte da un assunto («Il ragazzo, quando è
entrato in carcere, era sano») e da un interrogativo («Cosa è successo
in quel breve lasso di tempo?»). Due periti, uno nominato dalla
famiglia, l'altro dal sostituto procuratore Roberta Licci, avranno il
compito di risalire alle cause del decesso, prima tappa di un
percorso investigativo che punta a ricostruire nei dettagli quelle
maledette 15 ore trascorse dal giovane nel carcere di via Burla.
L'autopsia è già stata eseguita, i risultati si conosceranno nei
prossimi giorni.
11 novembre 2009
fonte: "Corriere della sera"
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_11/parma-giovane-cella-alberti_798311c8-ce89-11de-9c90-00144f02aabc.shtml
L'avvocato di Saladino: tutta colpa dei medicinali
"L'hanno curato come se fosse un paziente psichiatrico, ma lui non lo
era e per questo avevo chiesto di ricoverarlo in un ospedale civile, ma
è stato tutto inutile". Sono le parole del legale della famiglia
Saladino, l'avvocato Letizia Tonoletti. La direzione del carcere di
Parma dove è deceduto Giuseppe Saladino (32 anni, professione
elettricista) parla di arresto cardiaco. La Procura di Parma, invece, ha
aperto un'inchiesta per omicidio colposo. "I medicinali prescritti
all'ospedale psichiatrico, che Giuseppe ha continuato regolarmente a
prendere anche dopo aver lasciato la struttura, abbiano avuto un peso
nel decesso" ha aggiunto il legale della famiglia. Al momento le ipotesi
scartate dagli inquirenti sono quelle di un presunto pestaggio o di
presunti maltrattamenti ricevuti nel carcere. I radicali hanno chiesto
al ministro Alfano un'ispezione nel carcere di Parma, anche se non sarà
semplice capire cosa è successo quella notte. "Mio figlio era sano, me
l'hanno ridato morto. Non era un assassino, solo un ladro di polli. Mi
devono spiegare perché l'hanno mandato nell'ospedale psichiatrico di
Reggio Emilia; è lì che me l'hanno rovinato. Quando l'ho rivisto -
spiega la madre del 32enne - era sempre intontito, come assente".
fonte: http://www.lungoparma.com/cronaca_di_parma/52553.html
*«Legato al letto in manicomio. Così hanno ucciso mio figlio» Parma, la
madre del giovane morto in cella: imbottito di psicofarmaci*
PARMA --- Giuseppe Saladino, detto Geppo, 32 anni, elettricista,
tossicomane in cura al Sert e ladruncolo, crollato di schianto in una
cella del carcere di Parma, dove era stato portato poche ore prima,
aveva il terrore della galera. Scriveva lettere disperate alla madre
Rosa e alla fidanzata Annalisa, lui condannato a un anno e 2 mesi per
aver scassinato alcuni parchimetri del centro: «Aiutatemi, ho paura,
qui c'è gente terribile, assassini, rapinatori, mi sento guardato, non
riesco a dormire...». Era sempre sul chi vive: «Ho preso l'abitudine di
andare per ultimo a fare la doccia, aspetto che gli altri siano
usciti, speriamo...». E quando poi l'avevano trasferito dal carcere di
Parma all'ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, diagnosticandogli
«uno scompenso psichico in disturbo psicotico », il terrore era
diventato panico. «Mi raccontava --- afferma il legale della famiglia,
Letizia Tonoletti --- che lo tenevano 'contenuto', cioè legato, oltre a
sottoporlo ad un trattamento di psicofarmaci. L'hanno curato come se
fosse un paziente psichiatrico, ma lui non lo era e per questo avevo
chiesto di ricoverarlo in un ospedale civile, ma inutilmente...».
Ottenuti gli arresti domiciliari, Geppo è evaso. Solo poche ore
(l'hanno ripreso subito), sufficienti però, così ipotizzano gli
inquirenti, per tornare al vecchio vizio della droga: una dose, magari
anche piccola, ma che potrebbe essere stata fatale per un organismo
già debilitato dagli psicofarmaci. Non ci sono ancora indagati
nell'inchiesta per omicidio colposo aperta dal pm Roberta Licci. E
nemmeno risposte sull'improvvisa scomparsa di Geppo. I verbali della
questura parlano di «overdose da stupefacenti ». La direzione del
carcere di Parma di «arresto cardiaco».
Il legale della famiglia è invece convinto che «i medicinali prescritti
all'ospedale psichiatrico, che Giuseppe ha continuato regolarmente a
prendere anche dopo aver lasciato la struttura, abbiano avuto un peso
nel decesso». L'unica pista che sembra scartata è quella del pestaggio
o dei maltrattamenti. L'attenzione degli inquirenti è concentrata
sull'iter carcerario al quale è stato sottoposto il giovane per capire
se era compatibile con il suo stato di tossicodipendenza:
dall'effettiva necessità del trasferimento all'ospedale psichiatrico,
alla congruità della terapia di psicofarmaci, fino ad eventuali lacune
o sottovalutazioni da parte della componente sanitaria.
La madre del ragazzo, Rosa Martirano, non si dà pace, ne ha per tutti:
«Mio figlio era sano, me l'hanno ridato morto. Non era un assassino,
solo un ladro di polli... Mi devono spiegare perché l'hanno mandato in
quel manicomio (l'ospedale psichiatrico di Reggio, ndr.), è lì che me
l'hanno rovinato: quando l'ho rivisto era sempre intontito, assente,
terrorizzato...». Le ultime ore di Geppo sono un mix di incoscienza e
ingenuità. Il 6 ottobre scorso, dopo aver scontato una parte della
pena, ottiene gli arresti domiciliari. Arriva a casa e dopo un'ora ecco
comparire la sua fidanzata Annalisa. I due abbandonano l'appartamento,
non si sa quanto consapevoli di commettere il reato di evasione. Quando
tornano, ci sono i poliziotti ad aspettarli. Geppo viene prima portato
in questura e poi di nuovo in carcere. Nella notte muore. Il mondo
della politica, già scosso dal caso Cucchi, torna ad interrogarsi. I
radicali chiedono al ministro Alfano un'ispezione nel carcere di Parma.
La Cgil parla di «situazione intollerabile ». I dipietristi annotano
amari: «La morte di Cucchi non è servita a niente».
Francesco Alberti
12 novembre 2009
fonte:
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_12/parma-morto-cella-legato-letto-alberti_78da781a-cf56-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
altri link
http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/09/11/11/saladino-altro-caso-24688.html
http://www.bolognanotizie.com/2009/11/11/parma-giuseppe-saladino-muore-dopo-solo-24ore-in-carcere-procure-apre-inchiesta/
--- Fine messaggio inoltrato ---
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