[Antipro] Fwd: APPELLO CANAPISA09
telviola a ecn.org
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Dom 24 Maggio 2009 10:06:46 CEST
---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: Fwd: APPELLO CANAPISA09
From: "charles bukonsky" <mori_mondo a yahoo.it>
Date: Sat, May 23, 2009 5:10 am
To: telviola a ecn.org
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--- In contro-psichiatria a yahoogroups.com, <scienziatopazzo a ...> wrote:
APPELLO CANAPISA09
MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA
PISA 30 MAGGIO 2009
PER L'AUTODETERMINAZIONE
xxx
Nove anni fa si costituiva a Pisa il comitato promotore di una
street-parade a cui fu dato il simbolico nome di Canapisa, che, ogni ultimo
sabato di maggio, invade gioiosamente la città per testimoniare il valore
della pianta Canapa. Dopo nove anni la posizione del comitato su questo
specifico non è cambiata. Le false accuse a questa pianta continuano ad
imperversare ingiustamente, per questo le nostre richieste sono univoche e
chiare: libertà di coltivazione per qualsiasi uso (ricreativo, medico,
alimentare, manifatturiero, ornamentale, energetico, ecc.) e scarcerazione
di tutti i detenuti per reati connessi alla canapa. Riconoscimento della
canapa come risorsa e bene facente parte della natura e a disposizione
dell'intera umanità.
Quest’anno però Canapisa, oltre al tema della canapa, dell’uso delle
sostanze psicoattive e della repressione dei comportamenti ad esso
correlati, tratterà del controllo sociale che da una parte produce stili
di vita standardizzati, conformi alla “società così com'è”, e
dall'altra reprime tutto ciò che è diverso, “non conforme”, deviante
e soprattutto critico ed alternativo all’idea di società dominante.
Storicamente, in questa riflessione, possiamo inserire le lotte per
l'emancipazione delle donne, l'autodeterminazione dei gay e delle lesbiche,
di liberazione tutti i popoli e minoranze oppresse accanto a quelle per il
superamento dei manicomi.
In questa scia vogliamo che si inserisca idealmente Canapisa.
Ai nostri occhi sono evidenti i tentativi, dell'apparato statale, di
negare i diritti civili storicamente acquisiti, a partire da quelli sul
lavoro fino ad arrivare a quelli sulla libera circolazione delle persone e
delle idee. Con le politiche sulla sicurezza vengono violati anche i
diritti umani più elementari: i dispositivi di produzione, controllo e
manipolazione della coscienza umana, messi in campo dai governi, per
rendere possibile tutto ciò, hanno posto le basi ad un annullamento della
memoria storica e alla diffusione di un senso di paura ed insicurezza
generalizzato che spesso sfocia in xenofobia, e ancora nella rinuncia
all'affermazione dei propri diritti civili in cambio di una sicurezza
illusoria. La memoria storica collettiva, bene comune di un’intera
società, risultato millenario dell'attività di socializzazione del sapere
di molte generazioni, viene sempre più manipolata, riscritta, reinventata,
rivista, revisionata dall'opera dei governi locali e nazionali.
La tesi proibizionista, secondo la quale una libera discussione sulle
sostanze equivale a pubblicità per le sostanze illegali ed un incentivo
alla loro diffusione, ha dato vita a imponenti, capillari e costose
campagne d'informazione sulle droghe con il fine di terrorizzare i più
giovani. Il risultato: aumento della produzione e dei consumi di sostanze
illecite. Ma conseguenza ancora più grave di questa orgia oscurantista è
il freno posto alla ricerca, allo sviluppo delle conoscenze in materia e
alla libera circolazione del sapere insieme alla negazione delle libertà
individuali, sino ad arrivare a a quelle più intime, anche quando queste
rientrano nella logica del rispetto degli altri e soprattutto non ledono le
libertà altrui.
Basta con le menzogne. Non si può rimanere a guardare. Bisogna creare e
sperimentare pratiche ispirate all'antiproibizionismo e alla riduzione del
danno.
Se le istituzioni non sanno, non vogliono o non possono intervenire in
maniera sensata per superare il problema droga è necessaria un'azione
autonoma degli stessi consumatori che si organizzano per la salvaguardia
della loro salute e della loro libertà, in altre parole della loro stessa
vita ed esistenza. Il compito di chi si sente coinvolto in prima persona
nella questione non può che essere quello di favorire l'informazione, la
nascita e la diffusione di una cultura dell'uso critico e consapevole,
capace di neutralizzare i disastri causati dall'ignoranza provocata dal
proibizionismo.
PER ADESIONI: canapisa a ...
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