[aha] What is the Meaning of Art? A Master of Arte Povera Gives the Answer

Luisa Valeriani lvaleriani a fastwebnet.it
Ven 25 Maggio 2012 11:25:30 CEST


Quanto alla libertà dallo stile, averla prefigurata a suo tempo mi sembra un gran merito di Gilardi. Anche perché in Italia la discussione era tutto sommato ancora ferma a astrattisti/figurativi, Debord solo pochi intimi sapevano chi fosse, e anche dentro la cosiddetta arte povera erano forti gli impulsi conservativi, se non proprio regressivi. Per capirci, Boetti è una cosa, ma mario merz è tutt'altra.
Arte/vita. Beh, dopo le avanguardie storiche, dopo Warhol, soprattutto dopo Fluxus,  o dopo la critica istituzionale, porre ancora il problema può sembrare buffo. Una sola qualsiasi intervista a Duchamp degli anni Sessanta risponde già esaurientemente al tema. Quello che intendevo dire è che specchio mi sembra debole. Che l'arte sia specchio l'hanno detto tutti, dai Romantici in poi, Manzoni (Alessandro) compreso. Il fatto è che secondo me è molto più che specchio, specialmente oggi in cui i confini cedono e si confondono in pluralità espressivo-comunicative che riguardano il quotidiano. Voglio dire che l'arte è una specie di virgolettatura: accentua, evidenzia la vita, perché ne mette a fuoco i conflitti, le sfumature, le potenzialità. E' spesso una presa di coscienza dentro un flusso che di per sé va avanti comunque, ma a cui l'arte da visibilità perché lo sottolinea, lo incornicia in qualche modo. Ne fa un'immagine, per usare il termine di Warburg... o un'immagine dialettica, come avrebbe precisato Benjamin.
per capirci: un progetto come wikiartpedia di Tozzi non ha nulla di diverso da wikipedia, tranne il fatto che circoscrivendo gli autori, focalizzando un campo ben preciso, insomma incorniciando il processo lo rende più visibile, lo addita, lo virgoletta. Forse oggi l'arte è una specie di attività camp (Sontag). Non solo specchio di vita... l'attività del riflettere aggiunge qualcosa all'oggetto riflesso. Non arrivo a dire che lo cambia... o forse magari sì?
Grazie a te Simona, ti ammiro molto
luisa

 
Il giorno 24/mag/2012, alle ore 13.34, Simona Lodi ha scritto:

> Ciao Luisa,
> scusa della risposta tardiva.
> Lui intende libertà dallo stile e non e' per nulla una pedanteria.  Argomenti di questo tipo, che oggi sembrano superati, erano battaglie tra artisti e critici con discussioni accesissime vere e proprie, come Gilardi racconta.
> 
> Cioè detto brevemente, se facevi il pittore astrattista non potevi poi fare un altra cosa cambiando stile. Cosi quando lui inizio' a produrre manifesti attivisti disegnati a mano e ispirandosi al figurativo messicano e sovietico ciò comporto' una grande critica da parte dei suo colleghi, critici etc.
> 
> Per ciò che riguarda arte/vita lui si riferisce alla dialettica dell'opera aperta che elimina la definitezza di un oggetto sostituendolo con un campo di possibilità interpretative anche storiche e connesse alla vita. A me non sembra debole come concetto, che l'arte e la vita coincidano. Certo non e' nuovo.
> 
> Mi farebbe piacere , se vuoi , che approfondissi la questione che poni e spiegarci le debolezze che trovi. Giusto per animare un po' anche la lista.
> 
> grazie,
> Simona
> 
> Il 16/05/12 19:33, Luisa Valeriani ha scritto:
>> Bel pezzo Simona, del tutto condivisibile. Solo due osservazioni, tanto per alimentare un po' il feedback.
>> Libertà di stile, o libertà dallo stile? sembra una pedanteria, ma non lo è.
>> L'altra: mi piace questa tua idea del continuo venire all'esistenza dell'arte, al di là del negativo e del contrappositivo, ma poi mi sembra debole il fatto di essere "specchio" della vita: tutto qui?
>> Come vedi, piccole cose.
>> Un abbraccio
>> luisa
>> 
>> 
>> 
>> Il giorno 16/mag/2012, alle ore 15.09, Simona Lodi ha scritto:
>> 
>>> Ciao lista,
>>> per chi non ha visto la mostra a Torino dedicata a Piero Gilardi e fosse interessato a sapere qualcosa qui una mia recensione.
>>> 
>>> http://www.huffingtonpost.com/simona-lodi/piero-gilardi-_b_1518393.html
>>> 
>>> Feedback sono benvenuti. grazie
>>> Simona
>>> 
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