[aha] Requiem Benassi

joy a posta.indivia.net joy a posta.indivia.net
Lun 5 Set 2011 17:46:54 CEST


Mi è difficile scrivere questa mail, non solo perchè è molto tempo che non
scrivo in lista, ma anche perché si tratta di un argomento che ha dei
risvolti personali. Cercherò quindi di essere il più possibile obiettiva
in merito (per quanto mi è possibile). L'informazione a cui davo seguito
con la mail precedente di questo thread è falsa, ovvero, le fonti da cui
ho appreso la notizia sono false. Questo errore, che è piuttosto
importante, ai miei occhi, mi ha spinta a riflettere anche sulla mia
attività sia in lista che al di fuori di essa.

Certo non sono mai stata attiva come lo|bo, o altri moderatori, ma
sicuramente ho espresso pareri a volte anche un pò affrettati, che
rispecchiavano il mio modo di vedere il web, un modo critico, ma
personale. Quello che intendo invece fare con questa mail è descrivere,
per quanto mi è possibile, una realtà, che si rispecchia in una visione
critica del web più ampia della mia visione personale, e cioè quella della
gratuità e arbitrarietà della pubblicazione online e di conseguenza
dell'attendibilità dei contenuti che si possono trovare in rete.

Questa attendibilità, di cui si può trovare ampio riverbero in siti
internet come quello di microsoft e di tutte le realtà istituzionali in
rete, è in realtà affidata a editor e giornalisti web, che hanno sulle
spalle una responsabilità da non sottovalutare. La pubblicazione web è
strumentalizzabile grazie a un minimo di conoscenza del funzionamento dei
motori di ricerca e del semantic web, per raggiungere scopi che possono
anche non apparire del tutto nobili agli occhi di questa lista (e in
questi scopi includo il marketing e lo spam per capirci).

Il succo della questione però non sta in queste righe, e ciò che veramente
importa alla lista, a mio avviso, non è questo. Invece bisognerebbe
riflettere su un fatto, e cioè sull'importanza che strumenti di
pubblicazione online come i blog (un esempio sono anche i blog usati da me
sulla piattaforma di google, netxt.blogspot.com) oppure Twitter o i social
network più in generale, che molto spesso ha una forma molto simile a
quella di un blog, possono avere nella lotta politica.

Tutti in lista sappiamo dell'uso che è stato fatto dei social network per
raggiungere obiettivi di protesta politica, anche da membri di questa
lista. Ma il punto non è il potenziale libertario della rete (come direbbe
Geert Lovink), bensì il fatto che la rete possa dare voce a determinati
tipi di persone e personalità, che volenti o nolenti sono coloro che hanno
accesso alla tecnologia necessaria a "protestare" o a fare qualsiasi altro
atto, sia esso di natura politica o di altro tipo. Durante la guerra in
Serbia, per esempio, erano i serbi ad avere accesso alla rete, non gli
albanesi. La conseguenza è stata che in rete ci siamo tutti fatti l'idea
di una popolazione serba sostanzialmente vittima sia dei propri dirigenti
politici che dei bombardamenti della Nato. Le voci che non abbiamo
sentito, quelle degli albanesi, erano le voci di coloro che non avevano la
possibilità di accedere alla rete.

In questo i blog e i social network, o qualsiasi piattaforma di
pubblicazione libera che si possa trovare online trovano il loro limite
reale. In una mia precedente mail parlavo dei limiti software che
sarebbero inscritti nel modo in cui il software viene costruito e diffuso,
ebbene qui invece si parla di limiti "del software", ovvero di digital
divide, se vogliamo utilizzare termini più specifici.

Non voglio inoltrarmi ulteriormente in questa discussione, perchè le sue
sfaccettature cambiano da caso a caso ma ,per concludere, volevo davvero
scusarmi con la lista  e con le persone di cui ho parlato nella mia
precedente mail per aver dato eco a questa notizia (ERRATA, FALSA, NON
ATTENDIBILE, o comunque vogliate chiamarla) senza saperne discernere la
natura.

Ciao a tutti




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