[aha] Digimag 66: "Una nuova età oscura per la cutura nei Paesi Bassi"

Redazione Digicult redazione a digicult.it
Mar 5 Lug 2011 20:55:46 CEST


Ciao a tutti

per chi volesse saperne di più della situazione in Olanda, relativamente ai 
drammatici tagli alla cultura preannunciati a partire dal 1 Gennaio 2013, un 
testo scritto appositamente per la pubblicazione del Digimag 66 di 
Luglio/Agosto, firmato dall'intero staff del Festival "Sonic Acts" di 
Amsterdam: Arie Altena, Lucas van der Velden, Martijn van Boven, Annette 
Wolfsberger, Nicky Assmann, Femke Herregraven, Gideon Kiers

Marco Mancuso / Digicult

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UNA NUOVA ETA' OSCURA
PER LA CULTURA NEI PAESI BASSI
Txt: "Sonic Acts" Festival

http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=2113

La lettera 'Meer dan kwaliteit" ("Più della qualità") scritta dal Ministro 
della Cultura, Halbe Zijlstra (VVD, Partito popolare per la Libertà e la 
Democrazia) è arrivata nella posta elettronica degli istituti olandesi di 
arte e cultura Venerdì 11 giugno 2011. Nel testo si affermava che sarebbero 
stati tagliati senza mezze misure 200 milioni di euro dal budget dedicato 
all'arte e alla cultura, già a partire dal 1 gennaio 2013.

Zijlstra, che ha ammesso tra l'altro di non intendersi di arte e cultura, ha 
palesemente ignorato tutte le raccomandazioni che gli erano state fatte a 
tal proposito, incluse quelle del Consiglio delle Arti (l'organo consultivo 
ufficiale dello stato). Saranno mantenute soltanto sovvenzioni per un numero 
limitato di "istituti di prima classe" come il Nederlandse Opera, che ha già 
ricevuto gran parte della somma che gli spetta. Dipendesse da Zijlstra, la 
maggior parte degli altri istituti potrebbe sparire - non potranno più fare 
affidamento sul sostegno strutturale da parte del governo.

E ciò non accadrebbe solo a tutte le case di produzione dei teatri, a metà 
delle orchestre, al Muziekcentrum Nederland (creato da una recente fusione), 
alla Fondazione per l'Arte e lo spazio pubblico (SKOR), agli spazi riservati 
a mostre prestigiose e alle infrastrutture per la ricerca nella visual art 
come De Appel, ma anche all'intero settore dei new media compresi i suoi 
istituti apprezzati in tutto il mondo come ad esempio il V2_, l'Istituto 
olandese di Media Art (NIMk), Mediamatic, WORM, la Waag Society e STEIM, 
oltre che la Rijsakademie, de Ateliers e l'Accademia Jan van Eyck.

I finanziamenti ai journal di critica come "Open" e "Metropolis M", e alle 
riviste letterarie, compresa "De Gids", saranno discontinui. Inoltre, il 
budget stanziato per i progetti sovvenzionati, ovvero, per artisti 
individuali, progetti eccezionali e festival, sarà più che dimezzato. 
Resteranno solo il "talento internazionale di prima classe" e quel tipo di 
arte che è già stata messa alla prova.

Non si tratta semplicemente del piano di austerity anticipato da un 
gabinetto di minoranza del centro destra, che è a completa disposizione del 
populista PVV (Partito della Libertà): si tratta di un attacco diretto all'arte, 
un attacco a qualsiasi cosa che non si adatti all'economia di mercato, a 
qualsiasi cosa che rifiuti, o non abbia la possibilità, di adattarsi a una 
mentalità neo-liberale tinta di populismo. Questo segna la fine di un 
settore culturale nato con grandissimi sforzi e difficoltà.

La sua lettera include alcune sentenze obbligatorie che potrebbero 
imbrogliare un lettore precipitoso e fargli pensare che in realtà dietro 
questa politica ci sia una visione coerente, ma ogni espressione 
significativa è contraddetta dalle disposizioni proposte. La lettera 
trabocca di risentimento nei confronti dell'arte innovativa e investigativa, 
dell'arte d'avanguardia, un'arte che non potrà sopravvivere sostenuta 
unicamente dal mercato. La lettera esprime disprezzo per la ricchezza delle 
esperienze che l'arte può fornire, e disprezzo per le persone che ne godono. 
I contributi dell'arte alla società e all'innovazione sono stati 
completamente ignorati. L'idea che sostenere l'arte e la cultura sia tra gli 
interessi statali viene negata; in effetti, viene ignorata del tutto la 
nozione di interesse statale. Il diritto ad esistere delle opere è riservato 
solo a quelle opere che 'il mercato' - qualunque esso sia - o i ricchi 
mecenati sosterranno. La lettera di Zijlstra non è nulla più di una sentenza 
dittatoriale. Le politiche neo-liberali e populiste ci esortano a crollare.

Non esistono affatto motivi politici per un taglio pari a 200 milioni di 
euro. Questa cifra è stata decisa in accordo con il PVV, in cambio del suo 
sostegno in Parlamento al gabinetto di minoranza. L'intenzione è quella di 
infliggere un danno irreparabile a un'intera professione. Zijlstra aspira a 
decimare ed eliminare il potenziale critico, innovativo e creativo di questo 
gruppo di professionisti. Nessun membro del suo partito (VVD), come nessun 
membro del partito di coalizione, il CDA (Partito Democratico Cristiano) si 
è opposto. Per quanto li riguarda, l'arte tradizionale è solamente un 
ornamento superfluo della società. L'arte contemporanea è etichettata come 
alienante e addirittura, nonostante nessuno in realtà lo dica ad alta voce, 
come 'arte degenerata'.

Dare la priorità al talento di livello internazionale implica che il 
segretario di stato faccia una distinzione tra "l' arte che ha già 
sperimentato se stessa" e tutta l'altra arte. Questa distinzione è illogica 
e priva di senso. L'arte è in uno stato di continua evoluzione, si riflette 
sulla società e l'epoca in cui viviamo, è costantemente in lotta con norme e 
valori convenzionali, e rivela nuove ed inattese prospettive. L'opinione di 
Zijlstra è che ci sia spazio solo per l'arte di un passato remoto, per l'eredità 
culturale come il secolare balletto, l'opera, la musica classica e le arti 
visive. Ma l'arte classica ha senso solo nel contesto dell'arte moderna, si 
valorizzano l'una con l'altra e si convalidano reciprocamente.

Questo significa che dal 1 Gennaio 2013 non saranno disponibili fondi e di 
conseguenza tempo per la creazione di opere d'arte uniche o ambiziose, per 
ricerche fondamentali, per lo sviluppo di opere tecnologicamente complesse, 
per l'arte che esamina criticamente il nostro complicato mondo, per le opere 
d'arte che arricchiscono, talvolta in modo ineguagliabile, la società e le 
persone. Ciò che rimane è "musica per le masse"; tutto il resto sarà arte 
amatoriale. Gli artisti che sono guidati dalla loro abilità dovranno creare 
arte nel loro tempo libero. La vitalità culturale sparirà, così come la 
vitalità economica guidata dall'arte. Possiamo scordarci completamente l'innovazione 
e l'allure internazionale.

Di certo, la situazione attuale può e deve essere criticata. Per lungo tempo 
molti degli "addetti ai lavori" non sono stati soddisfatti dal modo in cui i 
fondi sono stati stanziati. Ma il piano di Zijlstra ha messo bruscamente 
fine non solo a questa discussione, ma pure a quella inerente il miglior 
utilizzo del fondi per stimolare la cultura. Ha optato per la soluzione più 
semplice: sbarazzarsene del tutto.

Le reazioni alle proposte sono state molteplici e ovviamente hanno provocato 
una ribellione degli artisti e dei dipendenti delle istituzioni coinvolte. È 
infuriata inoltre una reazione violenta da parte delle organizzazioni di 
finanziamento privato, dai ricchi aficionados di cultura e mecenati di 
destra - dopo tutto, Zijlstra vuole che questi finanzino il settore 
artistico. Durante le udienze parlamentari, hanno più volte ricordato a 
Zijlstra che l'Olanda è un paese in cui il patrocinio privato delle arti è 
sempre stato insufficiente e che ci sono pochissimi incentivi finanziari per 
i mecenati. Hanno dichiarato fermamente di sentirsi traditi, caricati dell'impossibile 
compito di salvare le arti e hanno dichiarato senza mezzi termini che il 
governo si è rivelato un partner inaffidabile. Secondo loro, la politica 
proposta è aggressiva, avventata e controproducente. Rick van der Ploeg, un 
importante economista, ex ministro della cultura e sostenitore della 
professionalizzazione degli aspetti economici dell'arte, ha affermato sul 
NRC (quotidiano nazionale) che è "una misura della loro brutalità sfacciata 
il fatto che questo gabinetto voglia essere ricordato per il massacro 
irrevocabile di una rete fitta, di alta qualità e multisfaccettata di 
opportunità culturali nel nostro paese," e ha continuato, "La politica che 
sta per essere proposta manca degli standard di qualità necessari in una 
società democratica e costituzionale." Vale la pena leggere questa frase due 
volte.

Dovrebbe essere causa di preoccupazione per ognuno il fatto che un gabinetto 
di minoranza con un debole consenso da parte di una maggioranza parlamentare 
di solo un posto prenda misure così draconiane ed estreme senza dare retta 
all'altra metà, che ha solamente un posto in meno rispetto alla coalizione 
al potere. Zijlstra ha sfacciatamente ammesso che in effetti le proposte non 
hanno fondamento e ha manifestato una totale mancanza di approvazione per lo 
schieramento. Questo atteggiamento antidemocratico aumenta solo i sospetti 
sulle proposte di governo ancora più drastiche che riguardano i tagli in 
ambito sanitario, educativo e sulle pensioni e sottolinea inoltre i passi 
che (non) stanno facendo per disciplinare il settore finanziario.

Nonostante tutti i falsi argomenti del governo, nessuno in realtà ha 
spiegato perché in questi tagli alla cultura siano necessari. Tutti coloro 
che sono stati invitati a formulare raccomandazioni sul piano l'hanno 
sconsigliato nei termini più forti possibili, e anche tutti i consigli non 
sollecitati sono stati negativi. Vi è accordo unanime sul fatto che i piani 
avranno conseguenze disastrose. Un numero impressionante di istituti 
dovranno essere chiusi e ci saranno pochissimi finanziamenti per gli 
artisti. Ci sarà una distruzione in larga scala del capitale, i costi non 
saranno compensati dai profitti e i Paesi Bassi verranno declassati ad un 
ristagno culturale. E' chiaro quali saranno le implicazioni di tutto ciò per 
il clima degli affarri culturali ed economici: le società internazionali o i 
professionisti che operano nel settore della conoscenza non prenderanno più 
in considerazione di installarsi nell'area desolata che i Paesi Bassi 
diventeranno.

Il governo ha sdegnosamente messo da parte tutti i consigli e sta procedendo 
come un bulldozer con i suoi piani. L'unica conclusione possibile che si può 
trarre è che sono determinati a eradicare su larga scala l'arte e la cultura 
nei Paesi Bassi. Dimezzare le sovvenzioni ai progetti - in un budget che per 
l'arte era uno fra i più bassi in Europa, prima ancora che i tagli - 
significa che l'arte nei Paesi Bassi cesserà di esistere nella sua forma e 
diversità attuale. Dopo 600 anni di crescita e di progresso iniziati nel 
Rinascimento, i Paesi Bassi si ritroveranno ancora una volta in un periodo 
buio.




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