[aha] CollaborAzioni Video-Software ?

Luigi Pagliarini luigi a artificialia.com
Sab 25 Set 2010 18:11:54 CEST


è chiaramente una questione di opinioni e gusti personali ma credo che tu evidenzi la questione cruciale quand'è che dici:

> il modello visuale e connettivo permette di avvicinarsi allo sviluppo in maniera diversa da quella "classica", ma assolutamente non limitante, in nessun modo. 

non è questione di limitazioni quant'è di stili cognitivi. i diversi modelli/metodi portano *inevitabilmente* a diverse conclusioni estetiche/concettuali.
@resa dei conti, nell'uso del primo (visuale-connettivo) c'è un effettivo evolversi verso soluzioni convergenti (per via di meccanismi neurali che sarebbe tedioso illustrare qui di seguito).
non è vero che "sembrano tutti uguali" e che son artisticamente inutili.
è una possibilità. 
anche se tende, appunto, a far convergere la creatività verso plateau grafici/estetici/dinamici/comportamentali/interattivi.
nell'uso del linguaggio puro (quand'è che lo definisci "classico" non son certo che intendiamo la medesima cosa! anche xkè credo che sia di matrice filosofica più che informatica) vantaggi e svantaggi cambiano considerevolmente.
non è questione di meglio/peggio. 
ma, e soprattutto, di stile cognitivo con cui si concepisce l'opera (ma più generalmente il software).
cmq, 
a. anch'io sbaglio, e per fortuna: spesso! :-)
b. com'è che dicevo nel precedente messaggio non ha senso avventurarsi in una discussione da "Circolo di Vienna!", che credo non avrebbe mai fine!  :D

ciao!
 


> eccolo!
> 
> no, io anche in realtà ero rimasto un po' scioccato dalle affermazioni su puredata
> 
> e penso che forse non lo conoscano granchè. 
> 
> è un gran strumento e, parlando di programmazione,  è uno strumento completo. Chessò: se proprio ne hai voglia ti ci puoi sviluppare pure un foglio elettronico o un word. ;)
> 
> solo che per caratteristiche e ricchezza di componenti di solito ci si fa audio, video, sensori, interazione, computer vision e famiglia allargata
> 
> e, dove proprio uno non trova il "blocchetto" che gli manca per la sua opera iper-originale (ma sicuro di non aver cercato bene tra le migliaia di "scatolette" prodotte dall'enorme comunità?) uno la scatoletta se la può anche sviluppare da sè, in uno dei tanti modi possibili. E magari, poi, condividerla con gli altri.
> 
> io ne uso tante di piattaforme e linguaggi, come anche penso marco ed altri. stiamo sempre tutti a studiare e a sperimentare.
> 
> tra le cose che ho provato, puredata ha pregi e difetti, come è ovvio, ma tra i tanti pregi c'è che usa un paradigma differente e molto accessibile per sviluppare oggetti crossmediali.
> 
> ne ho visti a secchi di studenti che, tentato processing per una settimana (che è già semplice) si ributtavano in massa a sbroccare con la timeline di flash, o a limitarsi a fare solo un video (nulla in contrario, ovvio, col video: ma ci sono altre possibilità che è bello poter provare)
> 
> il modello visuale e connettivo permette di avvicinarsi allo sviluppo in maniera diversa da quella "classica", ma assolutamente non limitante, in nessun modo. Devi studiare imparare far le prove e sbagliare, ma il lavoro è sempre quello: fare un programma. Magari se lavori in pure data prima imparerai come si usano componentistiche a più alto livello piuttosto che come si fa la deallocazione della memoria associata ad un puntatore. Ma è un male? Sì e no, come tutto. Se è un modo per cui chi vuole (ad esempio, tra le tante possibilità) fare suoni invece che imparare a deallocare un puntatore, è una cosa meravigliosa, no? 
> 
> Non è detto che tutti trovino la stessa libertà nelle stesse cose.
> 
> e poi, sull'estetica: a me pare invece che esista un mondo di persone che fanno tante cose diversissime. E strumenti come puredata hanno avuto un effetto moltiplicatore sul numero delle cose che vengono prodotte. 
> 
> forse parte del discorso è che: l'estetica s'è spostata, sta da un'altra parte. Un opera d'arte che si basa sull'estetica di un database si comprende allo stesso modo di un'opera d'arte video più classica? ovvero: per capire la prima cosa si fa? ci son pezzi in più/in meno/diversi?
> 
> io non so, sinceramente, come interpretare il commento di "omogeneità". Mi vien da pensare che forse non vi sia mai capitato di studiare in maniera un po' formale quel che viene prodotto con questi strumenti. Come in ogni periodo e ogni luogo ci sono, ovviamente, delle estetiche dominanti, o particolarmente apprezzate ma cambiano nel tempo e nei soggetti e sono perfettamente in salute: un sacco di gente fa delle cose proprio belle. Anzi devo dire che questo è forse uno dei periodi più belli che io mi ricordi: c'è proprio tanta gente che smonta e rimonta cose creando delle meraviglie. E succede in molti luoghi differenti, tra università, centri di ricerca, squat, club, posti di lavoro (per chi ce l'ha, mannaggia a loro), e scommetto anche dentro qualche tabaccaio, macellaio e parrucchiere.
> 
> ovvio che all'aumentare dei numeri aumentano anche le "schifezze", ma in realtà il fatto che ci sia la possibilità che un sacco di persone dispongano, grazie ad un moto *globale* di strumenti per crearle quelle "schifezze", è un'opera d'arte a sè stante, no?
> 
> ecco, mi sembravano quantomeno superficiali quei commenti: tutto sto tempo per parlare di un sacco di cose, per studiare da dada in poi, e poi qualcosa che suona come "aho, a me me parono tutte uguali... " mi pareva un po' lanciato nel vuoto, senza sostegno.
> 
> magari mi sbaglio, boh?
> 
> ciao!
> xDxD
> 
> 2010/9/24 Marco Donnarumma <devel at thesaddj.com>
> Mi sembra che da un analisi partecipativa della domanda "quale strumento potrebbe essere più adatto ad un certo tipo di operazione "artistica" (o meno)", si sia passati ad un populistico "sembrano uscite quasi tutte dal celebre...".
> 
> In primis non mi sembra rientri nell'etichetta di una lista criticare e deridere - per di più senza argomentare - l'utilizzo di un determinato software o metodologia, in quanto potrebbero esserci molti membri di questa "community" che utlizzano le suddette pratiche (e purtroppo pare il caso che ce ne siano molti proprio su questa lista).
> 
> Quindi mi piacerebbe leggere un argomentazione di questa presunta verità riguardo Pure Data o Max.
> 
> Inoltre ci si è anche liberamente dimenticati che, dato che si stavano analizzando delle pratiche e non dei prodotti, sarebbe stato opportuno considerare che Pure Data non è assolutamente utilizzato solo per il video, ma è uno strumento molto avanzato che permettere di flettere e comporre un universo di media diversi.
> 
> Per concludere mi pare doveroso lasciarvi con qualche link. Quasi a caso, al recente File Prix Lux 2010 i progetti vincitori del primo e secondo premio nella categoria Electronic Sonority sono due lavori brillanti e soprattutto forward-thinking sviluppati in Pure Data.
> 
> http://www.fileprixlux.org/awarded-electronic-sonority.aspx 
> 
> Poi, giusto per rinfrescare la memoria e allargare la cognizione di un Pure Data Wihtneyano da "corridoio delle stelle" (c'era proprio bisogno di scomodarlo?) al Transmediale 2008 uno dei lavori nominati è stato un altro progetto in Pure Data, biofeedback e custom made hardware:
> 
> http://5voltcore.com/typolight/typolight257/index.php/output/articles/knifehandchopbot.html
> 
> 
> saluti,
> 
> M
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 2010/9/20 mariano equizzi <marianoe at hotmail.it>
> 
> Di sicuro è molto strano come molti lavori di questo tipo non solo si somigliano, ma sembrano uscire dalla stessa "mano".
> 
> cioè fra un videoartista ed una altro, della generazione analogica la differenza si vedeva, ma fra un Pd-ista o Max/Jitter-ista ed un altro...bhè in certi casi le opere sembrano
> frutto della stessa Patch.
> 
> Per non parlare del fatto che sembrano uscite quasi tutte dal celebre "corridoio delle stelle" che poi è un'opera dei Wihtney... ca va sans dire.
> 
> fate un giro su you tube...
> 
> Mariano
> 
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