[aha] Media, New Media, Postmedia (Postmediabooks 2010)
franca.formenti3
franca.formenti3 a libero.it
Ven 3 Dic 2010 15:16:13 CET
ciao a tutti
leggo a singhiozzo perciò il rischio è che come al solito non abbia capito un cazzo, l'importante è che uno ne sia consapevole e io spesso lo sono ;-)
detto ciò ho letto arte, commercializzazione,nicchie, istituzioni etc etc
se riuscite a trovarlo on line su Donna di repubblica di sabato scorso c'è un articolo intervista che parla di JR
a me è piaciuto molto ...dategli una letta e poi giudicherete voi
ciaoooo
f
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>From : aha-bounces a lists.ecn.org
To : "List on artistic activism and net culture" aha a lists.ecn.org
Cc :
Date : Fri, 3 Dec 2010 07:55:05 +0100
Subject : Re: [aha] Media, New Media, Postmedia (Postmediabooks 2010)
> hey Domè!
> bhé che dirti, sai, qui non c'è chi ha ragione e chi ha torto, ma è una questione di ruoli, punti di vista e prospettive (artisti, curatori, giornalisti, ecc).
> gli artisti reali (oserei dir regali! :-) ce mettono l'anima e il colore del "anima" non s'accosta bene con quello di "commercializzazione", "istituzionalizzazione", ecc. hai voglia a predicà!! :))
> del resto avanguardia vorrà pur dire guardare avanti e rivolgere l'attenzione altrove rispetto a tante cose: mercato compreso? ;^)
> Abbraccio!
>
> > eilà! vedo che qui si sta discutendo :-)
> >
> > mi spiace di non poter contribuire come vorrei in questi giorni,
> > magari cerco di farlo nel weekend. Mi limito ad aggiungere due note a
> > margine a un paio di concetti che ritornano spesso:
> > commercializzazione (Luigi), istituzionalizzazione (Bertram, Marco),
> > nicchie (Marco). Sulla prima, c'è molto nel libro: il mercato è un
> > attore molto importante nel mondo dell'arte contemporanea, e del tutto
> > assente in quello della new media art. ed è un attore molto
> > importante, perché gioca un ruolo decisivo (per molti, superiore a
> > quello che dovrebbe giocare) nel processo di riconoscimento e
> > storicizzazione. Personalmente, non lo demonizzo (non avrei lavorato
> > per una fiera), non solo perché è un bellissimo sistema da hackerare,
> > ma anche perché costituisce la forza conservatrice che costringe
> > l'opera d'arte ad assumere una forma che gli consenta di sopravvivere
> > al tempo.
> >
> > Quanto all'istituzionalizzazione, vorrei insistere su un punto:
> > "istituzionalizzato" non è solo il mondo dell'arte contemporanea, ma
> > anche quello della new media art. Anzi, nel secondo le istituzioni
> > sono ancora più forti, in quanto unico responsabile del
> > riconoscimento. Ars Electronica è un pachiderma, come e più del moma.
> > Non illudiamoci di essere underground, mentre "loro" sono mainstream:
> > siamo entrambi due nicchie, popolate da pachidermi obsoleti e da
> > realtà dinamiche e innovative, baronati e zone temporaneamente
> > autonome. Solo che la "loro" nicchia è un po' più grande, e gestisce
> > una storia che è "la" storia, quella in cui gli artisti vogliono
> > entrare.
> >
> > Sulla nicchia: Marco, ma esiste ancora il mainstream? Persino il
> > cinema si rivolge, ormai, a nicchie più o meno ampie di pubblico.
> > Certo, i capolavori della net art (roba tipo la Toywar o Vote Auction)
> > sono arrivati alla "gente comune", ma quanti di quelli che li hanno
> > vissuti attraverso giornali e telegiornali se ne ricorda più? E
> > quanti, ricordandosene, saprebbero distinguerli dall'ultimo meme di
> > 4chan, o dal ciclone wikileaks. Se quella è arte, è in una nicchia (o,
> > bleah, in una "elite") che deve cercare la sopravvivenza.
> >
> > Entrambe le nicchie hanno pregi e difetti. Il problema più grande è
> > che, per ora, sono vasi non comunicanti. Chiunque, come Otolab,
> > continua a fare il proprio lavoro non disdegnando di collaborare con
> > una galleria privata sa di cosa parlo. Da un lato sei un nume guardato
> > con venerazione, dall'altro sei un esordiente, per di più
> > anagraficamente vecchio. è questa situazione che mi piacerebbe, nel
> > mio piccolo, sanare. chi se ne fotte (Marco) del "riconoscimento
> > istituzionale" :-)
> >
> > Un abbraccio a tutti,
> > d
> >
> > ---
> >
> > Domenico Quaranta
> >
> > web. http://domenicoquaranta.com/
> > email. info a domenicoquaranta.com
> > mob. +39 340 2392478
> > skype. dom_40
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> > Il giorno 02/dic/10, alle ore 18:23, Luigi Pagliarini ha scritto:
> >
> >>
> >> Bertram, son in buona parte d'accordo con la tua analisi e le tue
> >> conclusioni, anche se su alcuni punti la penso diversamente.
> >> Non credo, ad esempio, che l'artista venga necessariamente da un
> >> "underground" e, altresì, non credo debba necessariamente passare
> >> per il "mainstream". Mi sembrano due posizioni "cieche" (ma forse tu
> >> intendevi altro con queste parole: giusto?
> >> Forse (ci dovrò pensare) non son nemmeno d'accordo che si debba
> >> attraversare le fasi (fossilizzazioni, denominazioni,
> >> posizionamenti, ecc.) che descrivi, viceversa son d'accordo sul
> >> fatto che il sol emergere di una galassia d'eventi di una
> >> determinata tipologia comunichi la morte effettiva di una (ex!)
> >> avanguardia.
> >> Purtroppo non ho tempo ora per protrarmi oltre ma trovo parimenti
> >> interessante la questione e parimenti disgustosa una certa
> >> situazione (geo)politico/artistica(?) e spero ci sia modo di
> >> continuar la discussione in un luogo più materico e con più tempo a
> >> disposizione.
> >> Ciao!
> >> Luigi
> >>
> >>
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