[aha] Sull'uso dei colori e delle forme
franca.formenti3
franca.formenti3 a libero.it
Ven 25 Set 2009 10:34:24 CEST
>però questo modo di porsi mi sembra inutilmente assolutistico e universalistico. e troppo "-etico" per risultare significativo a livello di critica.
beh non è che tu quando ti incazzi le mandi a dire eh?
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To : "List on artistic activism and net culture" aha a lists.ecn.org
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Date : Fri, 25 Sep 2009 09:25:43 +0200
Subject : Re: [aha] Sull'uso dei colori e delle forme
> Other
>
> io non è che non sia daccordo su alcune cose che dici, anzi tutt'altro, e
> abbiamo anche avuto modo di discuterne più volte, e anche di fare cose
> assieme.
>
> però questo modo di porsi mi sembra inutilmente assolutistico e
> universalistico. e troppo "-etico" per risultare significativo a livello di
> critica.
>
> da quel che dici sembra che "giusto" e "sbagliato" (e cose simili) siano dei
> concetti "standard" ed "evidenti", snza possibilità di interpretazione altra
> che la tua.
>
> e mi dispiace sinceramente, perchè invece la discussione sarebbe pure
> interessante: fatta milioni di volte anche assai prima degli ipercitati anni
> '70, ma sempre interessante.
>
> l'uso dei loghi, delle immagini e degli immaginari è qualcosa di
> realizzabile e di già realizzato in passato. come è anche vera la nostra
> immersione in spazi completamente codificati per cui le uniche poche vie di
> uscita per la critica risiedono probabilmente attorno allo squatting di
> codici ed identità, al lavorarci in mezzo e di lato, ai "famosi" interstizi
> di cui così spesso ci vantiamo, a lavorare in maniera nomade: il che vuol
> dire non solo spostarsi fisicamente, ma anche mentalmente, tra immaginari e
> visioni, per creare spazi altri.
>
> cià!
> xDxD
>
> 2009/9/24 OtherehtO <other.otherside a gmail.com>
>
> > Ciao a tutti,
> >
> > per primo specifico che non ho certo aperto la discussione sull´uso
> > dei colori e delle forme con l´intento di arrivare a delle
> > "soluzioni". Anzi, sinceramente non mi interessava arrivare ad alcun
> > tipo di conclusione pratica riguardo il logo. Del quale non me ne può
> > fregar di meno, tanto più se viene usato con le stesse modalità
> > commerciali dei logo di Dior, Nike o Apple. Di conseguenza non posso
> > certo apprezzare la "corsa alle soluzioni" che e´ scaturita dopo le
> > critiche rivolte al modo d´azione della lista, critiche che di certo
> > non partivano solo da me.
> >
> > >>>ma in effetti di attivismo e hacking sene parla pochino.
> > >>Aridaglie con le critiche alla lista, sono ormai cicliche.
> > >Un motivo o piu motivi ci saranno, se sono cicliche.
> >
> > E se volessimo chiamare questa voglia di conclusione con un altro nome
> > - archiviazione? Archiviazione delle critiche innalzate e devianza dai
> > veri problemi della lista AHA. Di fronte ai quali si e´ preferito
> > rispondere con delle strategie retoriche pubblicitarie dal linguaggio
> > politically-correct
> >
> > > AHA sono tutte le persone che decidono di interessarsi ai temi del
> > progetto,... Quindi in un certo senso AHA sei anche tu ... In fondo, questo e'
> > lo spirito dell'hacking, right?
> >
> > ... per continuare poi a parlare di questioni principalmente di natura
> > imprenditoriale
> >
> > > Poi avevo pensato che nel caso di spillette e adesivi sarebbe stato piu
> > semplice dividere in pezzi l'immaggine e sfruttarla, tipo parte del
> > televisore e cerchio intorno alla testa, e pin up da sola. Lo so sono
> > veniale e diabolica, penso allo sfruttamento commerciale ...
> >
> > ... senza nemmeno porsi delle domande sul perché e´ giusto o non e´
> > giusto fare queste cose. Spillette, colori, magliette, rossetti, ... Ma
> > scusate, a cosa servo vagoni di gadget e merci di merda? Devo subire
> > l'invadenza dei brusii pubblicitari anche in una lista che dovrebbe
> > essere in primis una lista di attivismo e hacking?????
> >
> > >L'essere femminista a mio papere oggi significa appropriarsi di un certo
> > simbolismo - chiamiamolo erotico, pornografico, da pin-up o come ci pare - e
> > deturnarlo in qualcosa di diverso. Il tutto sta nell'essere consapevoli dei
> > simboli che si usano, e mi sembra che qui si sta discutendo proprio di
> > questo, a partire dai colori o dal rossetto nel poster.
> >
> > Finiamola con i discorsi di consapevolezza. Che servono solo a
> > giustificare un agire sconsiderato. E non riesco a vedere dove un
> > immaginario pornografico sia sovversivo. Perché e' lo stesso
> > immaginario che viviamo quotidianamente. Basta che ti rechi alle
> > fermate metro dalle 10 di sera in poi e vedi file di ragazze semi-nude
> > in vesti pin-up. Basta che apri una rivista e' vedi una pin-up dietro
> > l´altra. Accendi la tv ed e' pure peggio. Si, che grande
> > consapevolezza femminile si e' riuscito a conquistare nelle lotte ...
> > Una tale consapevolezza che ogni donna dovrebbe "sorridere leggera"
> > mentre si copre il viso con strati di trucchi che affermano il suo
> > essere manipolata e sottostimata (dagli altri e da se stessa). Perché
> > dite quello che volete ma chi e´ in pace con se stessa non ha nessun
> > bisogno di truccarsi nel quotidiano.
> >
> > > Forse other non ha presente la tematica del subvertising, dell'uso
> > rovesciato e ironico dei materiali pop da parte di tanti e tanti movimenti,
> > non solo dagli anni sessanta del secolo scorso in poi, ma ancora da prima.
> > Questa idea di opporre all'uso divertente e straniante di una immagine della
> > pubblicità una presunta "critica" ...
> >
> > Ma si, facciamo una ripetizione collettiva di tutti i bei miti
> > sull´»arte sovversiva«. Che secondo me non e´ mai esistita e NON PUÒ
> > esistere. Non dentro un settore - il sistema dell´arte - che e´ così
> > commercializzato, depotenziato, ingarbugliato nei giochi di potere e
> > soprattutto del tutto scisso dall´esistenza quotidiana. Non e´ un caso
> > che la prima mossa di Debord consisteva nel cacciare via
> > dall´internazionale situazionista tutti quelli che non volevano
> > abbandonare la loro CARRIERA D´ARTISTA. E non a caso si cerca oggi di
> > ricollocare Debord nell´ambito artistico. Per neutralizzare il suo
> > valore di resistenza al sistema pancapitalista; per rendere più
> > "democratiche e civilizzate" le sue critiche radicali della società
> > dello spettacolo.
> >
> > > other (che e' una giovane ma gia affermata artista internazionale)
> >
> > Grazie gadda per la bella etichettatura. Mi fai solo un favore
> > spacciandomi per qualcuno che non esiste. Più identità virtuali si
> > creano intorno a me, più divento anonima e più riesco a lavorare bene.
> >
> > > Peccato che other ... si sia invece esercitata in questa performance di
> > critica corrosiva ma (mi permetto) poco concludente.
> >
> > Grazie del complimento. Ripeto che per me e´ solo un bene che il mio
> > intervento non sia risultato "concludente". Anche se poi lo si e´
> > fatto concludere ben presto grazie ad uno sviamento strategico dei
> > temi caldi per soffermarsi sull´importanza del multicolor e del look
> > "sessuato" della femminista oggi. Come afferma anche Zizek, risultare
> > non-conclusivi o non-produttivi in termini di valutazione
> > capitalistica e´ una delle cose più violente e radicali che oggi uno
> > puoi fare.
> >
> > Per problemi di tempo, chiudo qua la mia partecipazione a questo dibattito.
> > Alla prossima, ciao
> >
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