[aha] R: nel movimento

nura la beduina nuratafeche a tiscali.it
Mer 21 Ott 2009 14:14:44 CEST


mi fa piacere,grazie,cresce la mia passione e l'entusiasmo per farne un 
qualcosa di concreto e magari anche fisico,soprattutto interattivo
durante ahackitude
sperimentiamo, vi terrò aggiornati per sviluppi a tema :)

figata il supermarket squatting!tantissimo!!!


per info centrale
il numero é il 347 ma l'ho scritto come tootsie maddog :)
é preceduto da un articolo,se ti va già che ci sei,  che parla di un 
evento che avevamo organizzato per concentrarci su desideri e bisogni, 
connetterci con realtà di movimeno diverse
per capire cosa ci muoveva ancora e insieme, soprattutto nel tempo della 
militanza
sono articoli diversi ma inscindibili,
lo trovi anche online cmq! arivista.org

grazie!




info (centrale dell'arte) ha scritto:
> Ciao interessante l'articolo puoi dirmi il numero di A dal quale haii 
> tratto l'articolo?
>
> gradozero
>
> Il giorno 21/ott/09, alle 10:52, gadda1944 at libero.it ha scritto:
>
>> Bell'articolo. Lo sequestro per i materiali del warm up su 
>> Subvertising etc.
>>
>>  
>>
>> g
>>
>>  
>>> ----Messaggio originale----
>>>  Da: nuratafeche at tiscali.it
>>>  Data: 21/10/2009 1.28
>>>  A: "artistic activism and net culture"<aha at lists.ecn.org>
>>>  Ogg: [aha] nel movimento
>>>
>>>
>>> dopo una chiacchierata con lo|bo mi sono decisa a inoltrarvi questo 
>>> breve articolo uscito su A rivista
>>>
>>>  
>>>
>>> Nuove forme di lotta
>>> Ripensare le forme della comunicazione, orientarsi verso 
>>> un’espressione performativa di liberazione, proporre e realizzare 
>>> nuovi interventi di strada.
>>>  Soprattutto all’estero è una realtà concreta dal Pinkarnival al 
>>> Rhytms of Resistance o alla Pink Samba Band.
>>>
>>> Forse ci stiamo rendendo conto che “rivendicazione” non è più la 
>>> sola parola che contraddistinguerà le nostre lotte. “Ingegnoso e 
>>> creativo” sono quei due aggettivi che possono evocare e suggerire 
>>> tanto di più quella nuova forma di protesta incisiva e trascinante, 
>>> che ci piacerebbe vedere nelle nostra strade.
>>>  Molti dei facili commenti distruttivi a questo genere di proposta è 
>>> che “la politica è una cosa seria”. Ma anche la noia lo è. Una 
>>> gioiosa resistenza. Le forme di protesta e di opposizione che stanno 
>>> evolvendosi in mezzo mondo, puntano i piedi sull’estrema necessità 
>>> di ripensare le forme della comunicazione, una conquista. Collettivi 
>>> molto radicati propongono tattiche inesplorate nelle strade durante 
>>> cortei anti-capitalisti con una passione differente e veramente 
>>> coinvolgente, magari anche con riferimenti più pungenti e sotterranei.
>>>  Dal Pinkarnival al Rhytms of Resistance o Pink Samba Band, le 
>>> manifestazioni e le iniziative sono orientate verso un’espressione 
>>> soprattutto performativa di liberazione, febbricitante e massiccia, 
>>> pink block quasi a identificare l’entusiasmo della sovversione nel 
>>> colore rosa shocking o colori simili, nelle piume delle maschere e 
>>> nei corpi danzanti che vogliono offrire una critica alternativa, 
>>> mobile e non violenta, occupando e muovendo lo spazio intorno. 
>>> Apparirà sorprendente vedere che attraverso il ritmo di samba si 
>>> possa essere magari più comprensibilie che in questo modo la forza 
>>> di comunicazione si mostri più ludica, più estroversa e quindi più 
>>> avvicinabile, come soprattutto il movimento LGBITeQueer, senza 
>>> precedenti sta dimostrando, senza aver paura di perdere una austera 
>>> determinazione e voglia di fare LA Rivoluzione.
>>>  Esempi sono il Catania Pride 2009 o i Carnival Bloc di Barcelona 
>>> nel 2001 o meglio le dimostrazioni di Rhytms durante le 
>>> manifestazioni NoBorder, scrivendo nero su fucsia giganti slogan 
>>> come Queer without Border.
>>>  Come anche il Carnevale della Plaine che si svolge da anni in un 
>>> quartiere popolatissimo di Marsiglia, prendendosi argutamente gioco 
>>> della goffa esibizione clericale, facendo vivere con spirito 
>>> libertario un senso nuovo di appartenenza ai luoghi, specie quando 
>>> sono nucleo di grande fertilità culturale. Una sorta di 
>>> normalizzazione inversa quella di Marsiglia, in cui le grandi azioni 
>>> di rivendicazione in strada sono esattamente ciò che ci si dovrebbe 
>>> aspettare. Il sabotaggio, il capovolgimento e l’esasperazione del 
>>> significato e di archetipi fin troppo noti può determinare 
>>> un’esplosiva empatia.
>>> L’ironia colpisce duro
>>>
>>> Tutto questo necessita sicuramente di uno sforzo in più, ossia non è 
>>> più solo valida la critica al massimo sistema ma anche lo studio 
>>> rivolto verso di esso, la profonda consapevolezza dei più sordidi 
>>> meccanismi, come propone il lavoro del collettivo canadese Adbusters 
>>> (distruttori di pubblicità), una rete di artisti, studenti hacker, 
>>> scrttori ecc.il cui lavoro è volto a sviluppare un nuovo movimento 
>>> di attivismo sociale, attraverso riviste articoli e documentari. Non 
>>> è sensazionalismo, è invece l’atteso entusiasmo che ora esplode e 
>>> viene riconosciuto come l’inizio di un percorso in cui la creatività 
>>> si fonde con la conoscenza e l’informazione. Ma ora, tutto questo ha 
>>> per fortuna ancora bisogno di fare strada.
>>>  Un esempio molto calzante sono le e i Radical Cheerleadears, un 
>>> gruppo nato in Florida che ben presto si è allargato in tutti gli 
>>> Stati Uniti, la cui estetica è data dalla riappropriazione dei 
>>> comunissimi stereotipi della fluorescente ragazzetta coi pon-pon che 
>>> saltella cantando gli slogan delle parate, totalmente sovvertito.
>>>  gli attivisti e le attiviste Radical scendono per le strade 
>>> trasformandosi in agitatori urbani armati di calzoncini fucsia e 
>>> gonnelline attillate,destabilizzando la comune percezione della 
>>> cheerleader.
>>>  Ovviamente, l’ironia è ciò che più colpisce duro, lo stravolgimento 
>>> del suo immaginario commmerciale.(chiunque negli USA, sa cosa 
>>> rappresenta la cheerleader per la società americana, il posto che 
>>> ricopre una di quelle figure del benessere sociale delle 
>>> tragicamnete definte “apparentemente tranquille” provincie degli 
>>> Stati Uniti)
>>>  la contraddizione è fortissima e allo stesso tempo molto attraente,
>>>  lo fa capire uno dei cori più significativi dei Radical:
>>>
>>>
>>> Resist!
>>> R is for Revolution!
>>> E is for Everybody!
>>> S Subvert the system!
>>> I Ignite debate!
>>> S We’re gonna Smash the state!
>>> T we’re gonna Tear it down!
>>>
>>>
>>> Un anno dopo le rivolte argentine, i passionari YoMango, volando tra 
>>> Barcellona e Buenos Aires durante il periodo natalizio, propongono 
>>> delle danzerecce turniche electro-tango nei corridoi dei 
>>> supermercati, in cui un allungamento di mano durante il ballo per 
>>> intascarsi una bottiglia di champagne, passa totalmente inosservato. 
>>> Finite le danze, la festa si sposta solitamente negli uffici di 
>>> qualche banca importante della città, danzando, inondando e urlando 
>>> “que se vayan todos!”, riferendosi alla crisi economica argentina 
>>> del 2001,alle multinazionali, ai politici e alle banche.
>>>
>>> Vestiti con scolapasta e boa di struzzo
>>>
>>>
>>> Un’esperienza importantissima di cui ormai forse si è anche già 
>>> raccontato troppo ma che riesce comunque bene a convicere nella sua 
>>> “prepotenza” esplosiva. La rete di eco-rivoluzionari antiautoritari 
>>> “Reclaim the Streets”. Un movimento molto eterogeneo con una 
>>> spiccata attitudine DIY grazie anche ad un How-To pubblicato sul 
>>> sito di come organizzare un evento di reclamo della strada nella 
>>> propria città. Vera e propria rivendicazione, sottoforma di pura 
>>> espressione artistica, culturale, sociale e urbana.
>>>  RTS è attivismo unito da un’affinità elettiva tramutata da protesta 
>>> in grande festa di strada: una sorta di carnevale urbano 
>>> caratterizzato da un’attitudine non violenta e largamente 
>>> argomentata (spesso gli eventi, a seconda della predisposizione 
>>> verso una tale protesta, hanno preso nomi come Carnival against 
>>> Capitalism, Reclaim the Future, altri erano rave e altri blocchi 
>>> stradali alla Critical Mass).
>>>  La socialità che portava RTS ha avuto una grandissima risonanza, 
>>> perfino in Africa e Australia; in Italia un avvenimento simile si è 
>>> visto nel novembre ‘99 (probabilmente molte azioni si proponevano, 
>>> tra le altre cose, di coinvolgere quanti più vecchietti residenti 
>>> nel quartiere per il supporto a costruire piste ciclabili).
>>>  Rimanendo nel “movimento dal colore rosa”, è necessario soffermarsi 
>>> su un piccolo passaggio, la Clandestine Insurgent Rebel Clown Army 
>>> (CIRCA) che è forse uno dei discorsi più lunghi e interessanti degli 
>>> ultimi anni.
>>>  Piccoli o oceanici gruppi di persone vestite con scolapasta e boa 
>>> di struzzo rosso caricano la gente di allegria di fronte a schiere 
>>> anonime e ingrigite di polizia in assetto antisommossa, spesso 
>>> riproducendo spavaldamente il comportamento del soldatino in divisa, 
>>> ma provocando e cercando una reazione positiva e complice. CIRCA ha 
>>> una profondissima analisi e sottile ironia che crea dei legami di 
>>> comprensione infiniti.
>>>  Il continuo bisogno di confronto e di emulazione rende la Clown 
>>> Army uno degli esperimenti dialettici e creativi più riconosciuti, 
>>> dal Brasile alla Danimarca. Tutto ciò si basa su un terreno molto 
>>> complesso: una critica all’estetica del potere connessa alla 
>>> spettacolarità di un linguaggio diretto e teatrale decisamente 
>>> ridicolo, con dei risultati disarmanti nella loro semplicità. Per 
>>> questo l’esercito si è visto un po’ dappertutto anche in situazioni 
>>> molto dure, dai tesissimi giorni di Rostock al g8 di Gleaneagles del 
>>> 2005. Questo riesce comunque a non interferire nel modo di fare 
>>> azione diretta non violenta e comunicare con una enorme forza 
>>> (ultimi avvistamenti dei nasi rossi sono stati i giorni di 
>>> strasburgo, durante le enormi proteste contro la NATO, in cui quasi 
>>> tutti i clown dell’esercito sono stati fermati dalla polizia 
>>> francese e dispersi durante il corteo, impedendogli la non violenta 
>>> parata verso il centro della città).
>>>
>>>
>>> Il ritrovamento della socialità
>>>
>>> Questo è tutto ciò che succede per il mondo. E ora finalmente 
>>> l’ispirazione è arrivata fino a qui. La voglia di sperimentare è 
>>> cresciuta spontaneamente come in un orto umido di pioggia. E da qui 
>>> è nato Sciame, insofferenti come milanesi e pungenti come un 
>>> insetti, una sgangherata banda di gente che sopporta la città 
>>> attuale, ma alllo stesso tempo ha scelto di interrompere e 
>>> interferire in un’attesa, un momento di pigrizia e di affievolimento 
>>> generale.
>>>  La rivendicazione dello spazio e della dimensione del quartiere, 
>>> una delle migliori qualità che si sta perdendo a Milano, è il 
>>> ritrovamento della socialità, della collettività in piazza.
>>>  I gesti possono essere semplici e molteplici, una ciclofficina 
>>> itinerante, un mercato del baratto del buon cibo biologico mescolati 
>>> con la curiosità dei residenti del quartiere provenienti in realtà 
>>> da ogni parte del mondo, racchiusi o meglio, liberamente profusi, in 
>>> una piazza qualsiasi. Volti sempre alla creazione di Zone 
>>> temporaneamente Autonome, a volte armoniche, se di mezzo c’è un coro 
>>> itinerante che attraversa le vie della città distribuendo testi dei 
>>> canti e volantini che interferiscono nella politica di oppressione.
>>>  I concetti non sono diversi e cambiati, dalle proposte già 
>>> sfruttate del vecchio Bey o Debòrd, non è nulla di nuovo. Ma volte 
>>> che il desiderio di convivialità diventi tanto più forte da 
>>> scavalcare la paura della legalità e della realizzazione pratica, 
>>> permettendo un gioco di ingegno e una sperimentazione che riesce a 
>>> liberarsi dagli schemi.
>>>  L’attitudine è cambiata. Perché il bisogno è cambiato.
>>>  La realtà è nelle strade e là viene vissuta. Il desiderio di Sciame 
>>> è soprattutto quello di sperimentarsi e fare il passo successivo 
>>> raggiungendo davvero l’esterno, tenendo un piede nella realtà e uno 
>>> nel sogno, nel gioco della rivendicazione dello spazio comune; nel 
>>> capovolgimento di ciò che è percepito come “normale e comune” e ciò 
>>> che invece è considerato “esagerato e grottesco” e mescolarlo insieme.
>>>  La conclusione probabilmente si ripone nel quesito che propose 
>>> Roland Barthes, che viene utilizzato nel famoso libro sulla 
>>> comunicazione-guerrilla come incipit: “la migliore sovversione non 
>>> consiste forse nel distorcere i codici, anziché distruggerli?”.
>>>
>>>
>>>
>>>
>>> post s:
>>>  Che cosa è lo Sciame
>>>  Sciame è un gruppo di persone, singole o provenienti da diverse 
>>> realtà dal cuore libertario come Scighera e Torchiera,che si è unito 
>>> con il desiderio di fondersi con il tessuto urbano,occupando uno 
>>> spazio e un tempo per creare una nuova convivialità di piazza, senza 
>>> lasciarsi troppo intimorire dalle liberticide formalità legali.
>>>  Sciame vive solo nelle strade, talvolta in coro e armoniche a bocca 
>>> nei cortei, in quartieri periferici e multiculturali con aperitivi 
>>> autogestiti, ciclofficine,mercatini, e in tutti i modi possibili che 
>>> si possono inventare per ritrovare la socialità nella sua 
>>> espressione più libera e spontanea.
>>>  Lo Sciame non arruola, non marcia,non sta composto è una 
>>> disarticolata sintonia di rumori.
>>>
>>>
>>> per il momento non aggiungo nulla di più a ciò che é già scritto,é 
>>> una panoramica e un'occhiata di riguardo
>>>  ma spero si possa sviluppare un dialogo,semmai possa essere utile e 
>>> cercare di materializzarlo (magari anche in ahackitude)
>>>  con anche la speranza di riformulare e sperimentare nuove modalità 
>>> anche qui, a milano soprattutto, e nel movimento
>>> vedremo! insieme...
>>>
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