[aha] Arte, significato e pubblico 2
VARU x PRONEWART
varu at pronewart.com
Mon Mar 2 01:05:32 CET 2009
Grazie!
----- Original Message -----
From: "Adern X" <the.apx at libero.it>
To: "ML AHA" <aha at ecn.org>
Sent: Sunday, March 01, 2009 11:02 PM
Subject: [aha] Arte, significato e pubblico 2
Curiosamente, nel lessico comune, per arte s'intende usualmente l'arte
figurativa e, segnatamente, la pittura. E' evidente che sembra che le
altre arti sembrino godere di uno status minore o, per così dire,
popolare.
Il passaggio di molte forme d'arte (musica e teatro su tutti) dallo
stato di non commerciabilità, dovuta al fatto d'essere forme che
esistevano solo allo stato temporaneo della loro rappresentazione, allo
stato di oggetto vendibile, dovuto allo stato permanente di oggetto
reificato in un supporto, ha portato al mutamento di stato di queste
arti.
Nonostante i giudizi più o meno fondati sull'arte di maniera, rimane
un fatto non secondario cioé che è l'arte veicolata tramite radio, spot e
quant'altro è diventata lo sfondo della vita delle persona. Un
fatto ormai assodato da tempo è che, a causa delle sue caratteristiche,
il gusto di massa è orientato verso le forme familiari e vuote/rassicuranti.
La familiarità dell'arte di massa è essenzialmente dovuta allo stile
cioé il fatto che ogni artista ha un sottoassieme di segni che utilizza
in un numero molto ampio di opere, la riconoscibilità dell'opera di un
artista si riconduce essenzialmente al riconoscimenti degli elementi
dello stile nell'assieme più grande di segni di cui è composta la
singola opera.
Trappola in cui si cade con molta facilità è la lenta trasformazione da
stile in maniera. Lo stile diventa maniera quando, piu o meno
consciamente, diventa predominante l'uso dei segni tali da rendere
immediatamente riconoscibile certi elementi strutturali rispetto agli
elementi estranei allo stile. In altri contesti Adorno parlò di "musica
che ascolta per gli ascoltatori" ossia la riconoscibilità immediata di
certi elementi di un'opera porta alla non necessità di analizzare cioé
ad una visione essenzialmente passiva della fruizione.
Fortuna evidente della maniera è la minore richiesta di attenzione, e
conseguente elaborazione, richiesta al pubblico dall'arte "di genere"
grazie al risultato quello di rendere permanente palesi tutti gli
elementi dell'opera. Questo porta a domandarsi della causa di quello
che appare come una forma di "pigrizia" culturale, il "genere" piace
non perché non fa pensare ma poiché fa pensare poco.
Il pensare poco è anche dovuto ad uno degli aspetti più tipici della
critica è la sua lenta trasformazione in "scienza delle recensioni", la
gran parte delle recensioni specialmente se pubblicate sui giornali si
riduce al giudizio "mi piace/non mi piace". Scopo della critica è
l'aiuto a chi fruisce un'opera per capire cosa c'è dentro l'opera e
quindi operare da stele di rosetta per la comprensione del linguaggio
artistico dato che la storia dell'arte è ricca di opere che non
piacciono ma importanti per la spinta al rinnovamento linguistico.
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