soci[aha]l network?
xDxD
xdxd.vs.xdxd at gmail.com
Sat Sep 20 14:08:31 CEST 2008
lo|bo ha scritto:
> xDxD ha scritto:
>
> >basterebbe forse legegrsi le RFC
>
> L'abbiamo letto tempo fa, e c'è stata tutta l'ondata di ottimismo e
> esaltazione che ci ha portato adesso a un periodo un pò di stallo, ma
> effettivamente bisognerebbe tornarci per rileggerlo meglio.
internet come lo stiamo usando adesso è, in sostanza, una distorsione.
piena di strumenti (pochi) e giocattoli (tantissimi) utilissimi, ma una
dostorsione. non intendo metterci un senso negativo a questa parola. ma
di mancanza sì: ecco, mi sembra che manchi un pezzo che coincide,
fondamentalmente, su una cosa che potrebbe chiamarsi al volo "autogestirsi".
>>
>> anche dire (o addirittura aspirare , anche solo romanticamente, alla)
>> "comunità globale" è forzato, utopico e universalistico. non c'è,
>> semplicemente.
> o, per dirlo in un altro modo:
>
> Io infatti non intendevo coesione universale, ma credo nemmeno Lovink.
> Cmq l'ambito della new media art mi sembra molto ristretto, molto
> locale, quello poi italiano è ancora più locale, se la vogliamo
> mettere in termini di local.
:) e infatti ero daccordo
> > una pratica che assomiglia moltissimo all'idea della cultura come
> rete > che viene fuori dalle idee di Bateson. una porta aperta non per
> la > "democrazia", ma per l'idea di coesistenza, di ecosistema, e
> dell'idea > del valore che viene dalla "differenza"
>
> Il pensiero della differenza è un pensiero che ha attraversato tutta
> la storia del femminismo,sopretutto quello italiano, però questo non
> esclude l'ibridazione e la fusione, in una coesistenza pacifica.
sì, e, anzi, è da spingere forse anche all'estremo, ovvero nella
direzione del definirsi tramite le differenze.
il che comporta che uno si deve "prendere un po' di responsabilità" in
più rispetto a quanto si faccia tramite i social network per come ce li
abbiamo "in faccia" adesso.
"responsabilità" (virgolette virgolette virgolette) che sono sia sul
piano della percezione, della concezione degli scenari possibilistici di
come posono cambiare i concetti di identità - e nell'accettare che ne
possano coesistere differenti, anche su un singolo soggetto, tanto da
averne conseguenze relazionali, emotive e, perchè no, economiche o
legali - , che sul piano dei processi (e di come metterli in moto). il
che è un fatto pramente culturale
> Mi dispiace non condivido che non ci siano ecosistemi che non siano
> competitivi, mi sembra che quasta sia una deriva universalista, come
> se la competitività fosse una caratteristica naturale degli ecosistemi.
beh, dipende cosa intendi tu per "competizione". anche la "definizione
identitaria", per quanto basata su livelli relazionali, è competitiva.
anzi, competitiva, dinamica e in continua evoluzione per territori e
scenari su cui avviene la "definizione".
Se per competitività intendi, come dicevi più sotto, qualcosa che che
ricorda il "io ce l'ho più enormissimissimo di te", non posso che
essere daccordo con te.
ma a quel punto tocca trovare un'altra parola per quello che intendo io.
> Per guardare alla differenza bisogna davvero rivolgersi al local e
> alle minoranze,
> e cosa c'è di meglio di un piccolo gruppo di artivisti italiani :-D
e aggiungo che bisogna studiare mezzi che ne consentano la coesistenza e
la possibilità di espressione.
a me, sotto 'sto punto di vista, stanno antipatiche pure cose elementari
tipo che quando ti iscrivi ad un qualsiasi servizio online ci trovi un
insieme *predefinito* e *standard* di campi per descriverti :)
(e se ci pensi non è cosa da poco, no?)
ciau!
xDxD
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