Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il prezzo del pane ?

franca.formenti3 franca.formenti3 at libero.it
Wed Oct 29 21:11:50 CET 2008


mamma mia sei informatissimo, molto di quello che hai scritto non lo sapevo proprio.

prendo tempo per ragionare e risponderti  perchè sei un vulcano
f

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>From      : aha-bounces at ecn.org
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Date      : Wed, 29 Oct 2008 19:17:33 +0100
Subject : Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il prezzo del pane  ?







> 
> Il giorno 28/ott/08, alle ore 20:23, franca.formenti3 ha scritto:
> 
> > beh non direi proprio troll e secondo me ciò che scrivi è  
> > interessante perchè fa sorgere dei dubbi ,almeno a me.
> 
> ti ringrazio.
> >
> >
> > sono d'accordo sul concetto della qualità, ciò che mi chiedo  spesso  
> > è se alcuni generi d'arte riescano ad essere visti come una garanzia  
> > sia per il collezionista che per il gallerista .
> >
> > non fraintendermi però non sto parlando della solita storia  
> > dell'arte incompresa etc ,sto parlando di un linguaggio che ha  
> > grandi difficoltà ad essere decifrato.
> 
> Ti rispondo come posso, cioè scrivendo una paccata di roba, mi  
> dispiace, ma stiamo trattando una questione tosta, spero che si  
> capisca che io non sto avvallando le distorsioni del mercato  
> dell'arte, ma ritengo indispensabile capire come funziona.
> 
> La Vettese in un suo saggio scrive (scusa se non cito, ma non ho i  
> miei libri) che il rendimento medio di un investimento in arte è circa  
> del 6%, a dimostrare che se una persona normale volesse fare soldi  
> l'ultima cosa che dovrebbe fare è comprare lavori, gli conviene quasi  
> fare conto arancio; il suo discorso verte sul fatto che il motivo per  
> cui un collezionista compra non è spiegabile in termini esclusivamente  
> economici e dice anche una cosa estremamente interessante per me,  
> ovvero che quella del collezionista è una malattia psicologica, con  
> tanto di nome scientifico, aggiunge anche che un collezionista come si  
> deve compra anche cose che gli piacciono, scommettendo su se stesso,  
> sul suo gusto.
> Per quanto ne so io, il modo migliore per investire in arte è  
> riconoscere un Guttuso al mercato delle pulci (cosa successa a  
> qualcuno che conosco), comprare un lavoro minore di un morto, perchè  
> la quotazione è stabile, o girare per gli studi di quelli sfigati  
> nella speranza di individuare qualcuno che la sfiga non se la merita,  
> come è successo a Saatchi, che sarà brutto e cattivo ma l'occhio lungo  
> ce l'ha, visto che ha comprato dei Damien Hirst per poche centinaia di  
> sterline in un momento in cui lo studio nemmeno ce lo aveva e faceva  
> crescere le farfalle accanto al letto, per poi rivendergli gli stessi  
> lavori a centinaia di volte il prezzo due anni fa, cioè quasi quindici  
> anni dopo.
> Se non si è capito, chi fa speculazione in arte non è certo chi si può  
> permettere spese umane, molto spesso sono le stesse case d'asta a  
> comprarsi da sole i lavori per alzare le quotazioni con i loro propri  
> buyer che fanno finta di essere misteriosi spendaccioni venuti da  
> lontano, e questo avviene quasi sempre nel secondo mercato, cioè  
> quando l'artista ha già venduto; è proprio Hirst il tizio che ha  
> cominciato a farci qualcosa, il primo artista, che io sappia, che  
> abbia cercato di manipolare oltre che essere manipolato, compiendo  
> qualcosa che se mezzo mondo non stesse morendo di fame, sarebbe anche  
> divertente, mi riferisco al teschio, il famoso gioiello in platino  
> rivestito di diamanti di cui uno da 40 carati, che ha commissionato ai  
> gioiellieri della corona e che ha pagato 17 milioni di sterline,  
> rivendendolo a 50, il suo pensiero era chiaro, come fai a moltiplicare  
> il prezzo di qualcosa che di per se vale un vero sproposito, qualcosa  
> che da solo, durante la sua manifattura, ha alzato sensibilmente il  
> valore del diamante sul mercato? (Eppure c'erano tre compratori in  
> lizza, i loro conti in tasca se li saranno fatti...)
> Quelli che comprano gli Staccolanana alla televisione non fanno testo,  
> così come non fa testo un corniciaio che si trasforma in gallerista,  
> quest'estate ho assistito ad un vernissage in cui oltre al gallerista  
> c'ero solo io, in un posto provinciale, che vendeva appunto un sacco  
> di lavori minori di gente famosa e morta, il target era ovviamente il  
> piccolo, misero, dentista che vuole mettere in studio un bozzetto di  
> Merz fatto durante una sbronza, o uno dei duecento miliardi di  
> schifano che sono in circolazione perchè marietto nostro, doveva dare  
> da mangiare al King Kong che portava perennemente in groppa.
> Per rispondere più precisamente alla tua domanda, si, certo che ci  
> sono generi che offrono più garanzie di altri, è il motivo per cui più  
> girano soldi e persone interessate in un ambiente, più un gallerista  
> si può permettere di fare delle cose lontane da quelle che ho appena  
> descritto, più è possibile per un artista proporre lavori di difficile  
> interpretazione, ma più che di difficile interpretazione io direi  
> difficile vendibilità.
> 
> Molti lavori sono costosi in quanto hanno una fattura complicata,  
> molti altri possono essere venduti solo come testimonianza fotografica  
> di un lavoro invendibile, da qui la proliferazione di stampe lambda,  
> certo dai tempi di smithson ne è passata d'acqua, ma rimane molto più  
> facile vendere la pittura, o gli studi, i bozzetti ecc ecc. ad esempio  
> Christo si è pagato "the gates" vendendo progetti e bozzetti ai  
> collezionisti per diversi milioni di dollari.  Certe volte questo  
> materiale è volutamente concepito per essere venduto, altre è cooptato  
> con un processo di feticizzazione in cui, cose appartenute ai pezzi  
> grossi vengono trattate come opere quando non erano intese come tali,  
> chessò, conosco una che ha riconosciuto la firma di Picasso su un  
> fazzoletto scarabocchiato, dato da Pablo come mancia in trattoria... o  
> ancora personaggi come Beuys, il cui atteggiamento faceva sì che  
> praticamente qualsiasi cosa che avesse mai maneggiato fosse  
> autenticabile. Ed è inevitabile che ci sia uno scontro nei fatti, un  
> incartamento, artisti furbi (senza dare al termine accezione negativa)  
> confezionano le loro cose in modo da manifestare, combattere  questo  
> stato di cose,  il quale peraltro non ha solo a che fare con il  
> mercato, ma anche con la reificazione di se stessi e per me  
> soprattutto con il conferimento sociale dell'autorità, molti si  
> lamentano del fatto che l'arte parli troppo spesso di arte, che si  
> stia trasformando sempre più in un metalinguaggio, ma questo succede  
> da tempo, mi viene in mente "erased De Kooning drawing" di  
> Rauschemberg, il lavoro di Sherrie Levine e di molti altri, ma non mi  
> sogno nemmeno di pensare che questo sia un esercizio sterile perchè  
> quelli bravi possono, con un unico gesto, fare la loro critica  
> istituzionale e veicolare i propri significati in modi stupefacenti,  
> penso a Felix Gonzales Torres.    Una gallerista becera di Bologna,  
> che vende praticamente solo Transavanguardia mi disse che un mucchio  
> di caramelle non si vende e un quadro si, e io gli risposi che se le  
> caramelle fossero state fatte a mano dall'artista sarebbe stato molto  
> diverso, FGT le ordinava a chili e sceglieva il colore della carta, e  
> chi compra un suo lavoro si paga il diritto di farlo a sua volta, le  
> caramelle sono lì per essere mangiate così non sono feticizzabili per  
> se stesse, invece è ciò che le caramelle significano a contare, il  
> significato eucaristico, la tragica perdita dell'amato, una cosa  
> davvero bellissima.
> Tuttavia il caso più eclatante credo sia Tino Sehgal, che di fatto  
> vende autentiche... scrivo una nota per chi non sapesse chi è:
> 
> Sehgal viene dal teatro, i suoi lavori sono quasi registici, delle  
> persone vengono ingaggiate per assumere comportamenti vari secondo sue  
> istruzioni, sono cose che hanno un certo fascino, io ho assistito una  
> volta. Ebbene Sehgal vieta la riproduzione fotografica della  
> performance, così si può solo assistervi in galleria, oppure comprare  
> un bel papier che contiene le istruzioni per rieseguirla con altre  
> persone e in mancanza dell'autore, nel papier sono specificati anche i  
> modi di pagamento dei figuranti, che non devono essere pagati meno di  
> un tot, magari un tot collegato con il salario minimo di un attore  
> teatrale.
> 
> Beh insomma questo signore è meglio non metterlo in vendita a Mondovì  
> o ad Ariccia o a Macerata, per intenderci, ma questo fatto ha poco o  
> nulla a che fare con la sua interpretabilità, che è relativamente  
> nulla, in quanto quello che fanno e dicono i figuranti è piuttosto  
> nonsensical, ha invece a che fare con la sua immaterialità, perchè è  
> molto difficile far crepare d'invidia la zia Genoveffa con una pila di  
> fogli notarili, se la vuoi sbalordire devi imbastire uno spettacolo a  
> spese tue.
> 
> Per questo io apprezzo questo tizio, dimostra di aver capito come  
> funziona il meccanismo alla perfezione, lo fotte alla grande, e si  
> gode gli articoli di pezzi grossi come  Carboni che prendono spunto  
> dal suo lavoro per parlare di immaterialità nell'arte. Per me, se  
> siamo d'accordo che gli Hacker sono quelli del MIT degli anni '50,  
> quelli del libro di Stephen Levy, e l'hack è slang per "soluzione  
> elegante", allora permettetemi, Tino Sehgal è un Hacker.
> 
> mamma mia, sono spompato!
> 
> K.
> 
> >
> > lascio perdere il mio recente interessamento al mondo  
> > dell'economia ,visto con occhi diffidenti però,perche mi sembra di  
> > essere fuori luogo.
> > f
> >
> >
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> >> From      : aha-bounces at ecn.org
> > To          : "List on artistic activism and net culture" aha at ecn.org
> > Cc          :
> > Date      : Tue, 28 Oct 2008 19:50:23 +0100
> > Subject : Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è  
> > aumentato il prezzo del pane  ?
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >> Adesso io comincio seriamente a sentirmi un troll, dato che sono
> >> inscritto qui da anni, dall'inizio, e non mi sono mai fatto sentire,
> >> mentre in questo periodo scrivo due lettere al giorno. Ma non posso
> >> fare a meno d'interloquire perchè effettivamente provo piacere nel
> >> farlo e l'altra ipotesi consiste nel tornare all'altro pc e  
> >> continuare
> >> a fare i simpatici tutorial di un simpatico cad meccanico, con
> >> relativa sofferenza delle gonadi.
> >>
> >> prometto che sarò bre...
> >>
> >> Difficile trovare una definizione esaustiva di arte da darti, come ha
> >> chiarito Walburton (non ricordo il titolo, einaudi grigio), ne clive
> >> bell, ne teorie istituzionali, ne le somiglianze di famiglia di
> >> Wittgenstein  possono dirsi definizioni a prova di bomba, sono tutte
> >> fallaci e inesaustive, ma c'è un'espressione invece che per quanto
> >> filosoficamente inaccettabile, a me è sempre servita più di tante
> >> altre: "l'arte puzza di qualità" credo che sia stato Lawrence Wiener,
> >> che pure di filosofia se ne intende, o forse proprio per questo, a
> >> dirlo.
> >> Per me questa espressione è importante perchè spiega più di mille
> >> parole tutto il fascino poetico che può assumere il lavoro di una
> >> persona, il lavorio intellettuale che scatena, il contatto che crea
> >> con l'osservatore, la capacità sintetica, mitopoietica e mistica  che
> >> avviene ogni qual volta qualcuno di noi sedicenti artisti (se- 
> >> dicente,
> >> che se lo dice da solo) realizza qualcosa e lo chiama lavoro, opus,
> >> qualunque forma assuma.
> >> Quello che è importante è la qualità, quello che conta è il lavoro
> >> (dico lavoro perchè mi fa schifo il termine opera, gli inglesi dicono
> >> artwork, che ha la forma neutra che servirebbe), non conta un cazzo
> >> nient'altro, tanto meno il sistema dell'arte, flash art, il white
> >> cube, i curatori e quant'altro, al massimo sono situazioni che si può
> >> scegliere di sfruttare in funzione del lavoro.
> >> Ci sono persone, artisti, che hanno fatto qualche cosa di grande
> >> all'interno di questo sistema, altri che l'hanno lambito e vi sono
> >> rimasti finchè ne hanno avuto voglia e anche altri che l'hanno fatto
> >> in manicomio, Wolfli per citare il caso più famoso. Per ognuno di
> >> costoro, nei distinti ambiti, c'è una massa di gente che, spiace per
> >> loro, spiace per me se scoprissi di farne parte, non ha un cazzo da
> >> dire, la loro roba non puzza!  E badare, c'è un motivo ben preciso  
> >> per
> >> cui non si parla di profumo bensì di puzza.
> >> Ho un amico, un artista bravissimo che invece usa dire "lui non ce
> >> l'ha" ad indicare una mancanza di qualcosa di non specificato,
> >> un'ellissi che non si può colmare, ma che tutti capiscono benissimo  
> >> di
> >> fronte a qualche lavoro schifoso. Un'ellissi peraltro, circolare (!)
> >> perchè se la potessimo colmare, rimarrebbe solo la definizione senza
> >> il soggetto, ovvero esiste l'arte finchè può sfuggire ad una
> >> definizione, se il mio amico usasse un miracolo semantico per  
> >> riempire
> >> i puntini, la borsa degli strumenti intellettuali e tecnici a
> >> disposizione dell'arte sarebbe chiusa, e noi sappiamo che così non
> >> sarà finchè esisterà un uomo con la sua parte destra del cervello in
> >> funzione.
> >> Avevo promesso che sarei stato bre.. (si ma l'argomento è una bomba,
> >> quindi la brevità è relativa) quindi non vi annoierò con un'altra
> >> storia che mi è sempre servita ad orientarmi, quella della "sfida al
> >> labirinto", di Calvino  e anche di Alain Robbe-Grillet, mi piacerebbe
> >> essere sollecitato per questo, piuttosto faccio una chiosa sul  
> >> termine
> >> "framed".
> >> Nel momento in cui si dice che l'arte è tutto ciò che non può essere
> >> incasellato, si da una definizione semplicemente troppo larga e
> >> permeabile, anche questa è inesaustiva, molte cose sono indefinibili
> >> senza essere arte necessariamente, ma quando si parla di frame,
> >> l'ambiguità è ancora peggiore, perché è proprio il concetto di
> >> framework a permetterci molto spesso un minimo di discernimento
> >> (cercare conceptual framework su wikipedia per una schiarita), ovvero
> >> quella cosa, anch'essa misteriosa e profondamente ambigua che ha
> >> permesso all'arte del '900 di essere quella che è stata, con i suoi
> >> alti e bassi, a permettere quella sospensione del giudizio, che
> >> trasforma una lattina in scultura, o concede ad una persona di
> >> amputarsi in pubblico senza che venga chiamata immediatamente la  
> >> neuro.
> >>
> >> Ora posso venire in Scandinavia anch'io?
> >>
> >> kilroy
> >>
> >> Il giorno 28/ott/08, alle ore 17:08, Luigi Pagliarini ha scritto:
> >>
> >>> rientro ora dall'inverno danimarchese...
> >>> peccato che non abbia più potuto seguire i threads della rivoluzione
> >>> studentesca...
> >>> ma credo che nel pomeriggio, dovremmo arrivare ad una (pseudo)
> >>> definizione.
> >>> bello sto thread.
> >>> mi piacerebbe partecipare con una delle mie "pillole di
> >>> saggezza" (gadda
> >>> 2008 :-).
> >>> tradotto, una stronzata.
> >>> ma insomma rigà: che cazzo è st'arte?
> >>> parlo di quella con la A che quella con la a o con la T non
> >>> m'interessano,
> >>> nun me regge la pompa.
> >>> è, a mio avviso, tutto ciò che non può essere inscatolato.
> >>> e per "inscatolato" intendo intrappolato, framed, o quello che
> >>> volete/emo.
> >>> ma non vuole dì 'contenuto'.
> >>> ora, se mai c'avessi preso, ne consegue che una buona opera d'arte  
> >>> può
> >>> essere tranquillamente recensita (o pubblicizzata?) in flashart (o
> >>> altri
> >>> editoriali più o meno lobbistici e più o meno leccaculi) ma,
> >>> viceversa,
> >>> quest'ultima non è tale per via del fatto che vi è apparsa.
> >>> detto ciò, prometto che torno al più presto in scandinavia...
> >>> :-)
> >>> Luigi Pagliarini
> >>>
> >>>
> >>>
> >>>
> >>>
> >>>
> >>>> -----Messaggio originale-----
> >>>> Da: aha-bounces at ecn.org [mailto:aha-bounces at ecn.org] Per
> >>>> conto di kilroy
> >>>> Inviato: martedì 28 ottobre 2008 15.40
> >>>> A: List on artistic activism and net culture
> >>>> Oggetto: Re: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che
> >>>> è aumentato il prezzo del pane ?
> >>>>
> >>>> Mi fa piacere che ogni tanto qui si parli d'arte, perché è
> >>>> uno dei miei argomenti preferiti. Sono un lettore di Flash
> >>>> Art (mea culpa, mea maxima culpa), ma lo ero anche di Tema
> >>>> Celeste prima che chiudesse, do un'occhiata a mousse, mi
> >>>> piace parkett, e anche una rivista polacca che si chiama
> >>>> piktogram, adesso con la cenere in testa non potrei scrivere,
> >>>> quindi farò ammenda dopo. Quello che dimentica Mimmo di
> >>>> Caterino è che Flash Art è una attività commerciale, e che
> >>>> quindi accusare Flash Art di essere un'attività commerciale o
> >>>> di trattare l'arte come un'attività commerciale risulta
> >>>> piuttosto sterile. Mi sembra di non sostenere niente di grave
> >>>> se dico che da che mondo è mondo fare l'artista è un lavoro e
> >>>> che i primi speculatori risalgono all'ottocento, quando i
> >>>> mercanti degli impressionisti tenevano nei depositi i quadri
> >>>> per far aumentare la domanda e quindi il prezzo (cfr. il
> >>>> sistema dell'arte, F. Poli, laterza), ora, prima che Di
> >>>> Caterino dichiarasse "non pitto più" aveva già dichiarato "io
> >>>> i miei quadri li regalo...", quando ho letto tale cosa ho
> >>>> pensato di chiedergli un paio di decine di tele in regalo,
> >>>> perchè (fatemi calare un attimo nei panni del bastardo,
> >>>> richiederà 5 secondi : ), se 1) i quadri fossero buoni,
> >>>> proverei a rivenderli, il che proietterebbe il suddetto nel
> >>>> sistema suo malgrado e 2) se facessero schifo, come Politi
> >>>> sostiene, basterebbe una bella mano di bianco, con quello che
> >>>> costano le tele...
> >>>>
> >>>> Dunque, una volta un mio caro amico qui inscritto mi disse,
> >>>> dopo essersi rifiutato di mettere in vendita un video in una
> >>>> galleria berlinese, di non voler ridurre artatamente (uso
> >>>> l'avverbio non a
> >>>> caso) il numero di copie di un suo lavoro per far si che
> >>>> avesse una quotazione di mercato, che era la condizione
> >>>> essenziale dell'ingresso in galleria, lo fece citando niente
> >>>> di meno che Ivan Illic, tanto per capire l'area culturale
> >>>> della persona. Ero più ingenuo di ora e gli risposi qualcosa
> >>>> a favore del mercato, al che lui mi disse una cosa che ho
> >>>> subito appoggiato e che appoggio tuttora, cioè che non si può
> >>>> negare che il sistema dell'arte, proprio perché dominato
> >>>> dalla speculazione non faccia emergere quelli bravi
> >>>> (sottintendendo anche che c'è anche molta merda, ovvio), e
> >>>> aggiunse che per fare i film di Matthew Barney erano stati
> >>>> necessari molti soldi, una produzione quasi hollywoodiana che
> >>>> senza fundraising e senza la galleria Sonnabend non si
> >>>> sarebbero potuti trovare. Ne io ne lui siamo collezionisti,
> >>>> non abbiamo il milione di euro per comprarci una copia di
> >>>> Cremaster, ma ci piace, e molto; allo stesso tempo siamo
> >>>> abbastanza schizofrenici da considerare ingiusto fissare
> >>>> artificialmente il prezzo del nostro lavoro... dunque
> >>>> giudicateci pazzi ma:
> >>>>
> >>>> FOOLS RUSH IN WHERE HACKERS CAN'T THREAD
> >>>>
> >>>> Il giorno 28/ott/08, alle ore 08:20, franca.formenti3 ha scritto:
> >>>>
> >>>>> mah anche su questo sono dubbiosa, che l'arte apprezzata e  
> >>>>> comprata
> >>>>> oggi poi domani non la ricorderà nessuno non mi sembra proprio  
> >>>>> vero.
> >>>>> che poi esistano artisti che non sono all'interno di un sistema  
> >>>>> per
> >>>>> vari motivi ,perciò non riconusciuti apprezzati e comprati
> >>>> questa è un
> >>>>> ' altra storia ancora.
> >>>>
> >>>>
> >>>> Infatti, tanto che per capirlo basta guardarsi indietro, la
> >>>> storia dell'arte è piena sia del tipo A che del tipo B, con
> >>>> la differenza che di solito quelli bravi del secondo tipo
> >>>> subiscono una rivalutazione postuma o in extremis, penso a
> >>>> Carol Rama, grande artista ingiustamente ignorata dal mercato
> >>>> per decenni (la qual cosa non gli ha tuttavia vietato di fare
> >>>> nasino nasino con gente del calibro di Man
> >>>> Ray) che a 80 anni si vede di colpo salire alla ribalta e
> >>>> giustamente ha detto "Cazzo! ve ne potevate accorgere prima!"
> >>>>
> >>>> saluti
> >>>>
> >>>> Kilroy
> >>>>
> >>>>
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>> come non credo alla bolla del boom del mercato dell'arte,a quelle
> >>>>> cifre da capogiro di acquirenti sconosciuti che acquistano opere  
> >>>>> da
> >>>>> 100 milioni di sterline?
> >>>>> sarà che sono stata abituata a ragionare con documenti alla
> >>>> mano, più
> >>>>> che da salotto sono da tribunale e questa cosa comincia a
> >>>> suonarmi un
> >>>>> pò storta.
> >>>>> non mi interessa di base ,credo in altro ma ho la vaga
> >>>> impressione che
> >>>>> abbia un effetto mediatico di rincoglionimento generale.
> >>>>> sarà che quando la gente sente parlare di soldi, tanti
> >>>> soldi ..gli si
> >>>>> comincia ad offuscare il cervello e a perdere lucidità.
> >>>>>
> >>>>> f
> >>>>>
> >>>>> ---------- Initial Header -----------
> >>>>>
> >>>>>> From      : aha-bounces at ecn.org
> >>>>> To          : "List on artistic activism and net culture"
> >>>> aha at ecn.org
> >>>>> Cc          :
> >>>>> Date      : Mon, 27 Oct 2008 20:03:00 +0000 (GMT)
> >>>>> Subject : R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
> >>>> aumentato
> >>>>> il prezzo del pane  ?
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>>
> >>>>>> Mimmo, esiste l'arte ufficiale e l'arte d'avanguardia.
> >>>>>> l'arte ufficiale è inevitabilmente collusa con il mercato.
> >>>>>> l'arte d'avanguardia disprezza il mercato.
> >>>>>> l'arte ufficiale è l'arte oggi riconosciuta, apprezzata e
> >>>> comprata,
> >>>>>> ma domani non la ricorderà nessuno.
> >>>>>> chi nega questa verità ha solo interessi da difendere.
> >>>>>> abbi pazienza.
> >>>>>>
> >>>>>>
> >>>>>> --- Lun 27/10/08, mariopesceafore at lifegate.it
> >>>>>> <mariopesceafore at lifegate.it
> >>>>>>> ha scritto:
> >>>>>>
> >>>>>> Da: mariopesceafore at lifegate.it <mariopesceafore at lifegate.it>
> >>>>>> Oggetto: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
> >>>> aumentato il
> >>>>>> prezzo del pane ?
> >>>>>> A: aha at ecn.org
> >>>>>> Data: Lunedì 27 ottobre 2008, 17:33
> >>>>>>
> >>>>>> PROLOGO
> >>>>>>
> >>>>>> Direttore Politi,
> >>>>>> al solito le scrivo per manifestarle la mia totale
> >>>> dipendenza da lei
> >>>>>> e dal suo prodotto editoriale, al quale non riuscirei a  
> >>>>>> rinunciare
> >>>>>> per niente al mondo, divertentissima la sua ultima
> >>>> newsletter, lei è
> >>>>>> la dimostrazione iperreale che la comicità italiana lungi
> >>>> dall'essere
> >>>>>> in crisi, senza ironia mi sento di potere affermare che lei è la
> >>>>>> risposta nordica al nostro Totò principe del Rione Sanità, al suo
> >>>>>> confronto Massimo Boldi è molto meno di una scorreggia in moto
> >>>>>> perpetuo verso l'infinito cosmico ed in procinto di dissolversi.
> >>>>>>
> >>>>>> INIZIO O INDIZIO?
> >>>>>>
> >>>>>> Leggo con grande divertimento la sua newsletter, dove lei
> >>>> costruisce
> >>>>>> una polemica artefatta e di fatto inesistente con Guido
> >>>> Santevecchi
> >>>>>> giornalista del Corriere della sera, polemica fondante sul
> >>>> milione in
> >>>>>> più o in meno su di un Warhol, venduto o svenduto?
> >>>>>> Da suo grande consumatore, non posso non notare come sia
> >>>> lei da più
> >>>>>> di quarant'anni a costruire castelli polemici per aria
> >>>> miranti solo a
> >>>>>> declamare le lodi del mercato dell'arte, ragion per cui, ben  
> >>>>>> venga
> >>>>>> Piero Mieli che da trent'anni a questa parte, giustamente,
> >>>> chiude la
> >>>>>> porta in faccia alle sue autorevoli ma molto ripetitive ed un pò
> >>>>>> noiose opinioni.
> >>>>>> Opinioni, che sappiamo bene entrambi, mirano a raccogliere le
> >>>>>> briciole di tutti gli introiti che girano intorno al mercato
> >>>>>> dell'arte facendo sistema.
> >>>>>> Perchè ogni tanto, non si occupa anche del mercato reale,
> >>>> smettendola
> >>>>>> di vessare chi in buona fede consuma e legge la sua
> >>>> rivista e la sua
> >>>>>> newsletter?
> >>>>>> Studenti di Accademie, sotto la pressione bigotta di certi
> >>>> maestri di
> >>>>>> laboratorio, in piena recessione economica, continuano a
> >>>> spendere sei
> >>>>>> euro bimensili per la sua rivista  sperando di
> >>>> migliorarsi, per farlo
> >>>>>> cenano con un panino alla mortadella piuttosto che con una pizza
> >>>>>> margherita, lo fanno solo per rincorrere sogni dettati da miti
> >>>>>> indotti e false rappresentazioni, ancora non hanno capito
> >>>> che lei è
> >>>>>> il fautore della frustrazione che stordirà la loro
> >>>> creatività come ha
> >>>>>> già fatto con i loro maestri.
> >>>>>>
> >>>>>> EPILOGO?
> >>>>>>
> >>>>>> Quarantuno anni che sostiene lo stesso argomento, in permanente
> >>>>>> conflitto d'interessi con il suo pubblico consumante, editore,
> >>>>>> giornalista, curatore e gallerista,  insomma il suo
> >>>> argomento è fare
> >>>>>> propaganda a sé ed al suo mercato dalle pagine della sua rivista.
> >>>>>> Questo è il volto dell'editoria specializzata d'arte
> >>>> contemporanea in
> >>>>>> Italia? Mi perdoni ma preferisco di gran lunga Guido
> >>>> Santavecchi, che
> >>>>>> non so chi cazzo sia, ma solo per questo merita un encomio.
> >>>>>> Ho visto e compreso di tutto in questa mia vita da lettore
> >>>> e feroce
> >>>>>> consumatore di Flash Art, al punto che non mi meraviglierei se
> >>>>>> vedessi in futuro lei o qualcuno dei "suoi" disquisire sul  
> >>>>>> mercato
> >>>>>> dell'arte da improbabile esperto senza competenze  nella prossima
> >>>>>> ArtVerona, un ulteriore voce che parla in virtù dei propri
> >>>> interessi
> >>>>>> (di mercato s'intende).
> >>>>>>
> >>>>>> Nessuno, da Cagliari, con accento Napoletano.
> >>>>>>
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