[aha] crrisi

gianmarco bonavolontà gianmarco.bonavolont at gmail.com
Sun Oct 26 09:58:08 CET 2008


la sterilizzazione è orma prassi comune, no?


Il giorno 25 ottobre 2008 19.20, xDxD <xdxd.vs.xdxd at gmail.com> ha scritto:

> gadda1944 ha scritto:
>
>> A volte mi chiedo: perché le facce che si vedono in televisione sono tutte
>> così familiari, così rassicuranti? (anche quelle che antropologicamente,
>> lombrosianamente dovrebbero essere più inquietanti, a cominciare da quella
>> del presidente del consiglio). E non mi tolgo dalla testa questa frase:
>>
>> "Il familiare, la familiarità accecano gli esseri umani ostacolandone
>> l'accesso alla conoscenza proprio nel momento stesso in cui pongono sui loro
>> volti la maschera della conoscenza. Maschera che in verità altro non è che
>> una mancanza." (H. Lefebvre, Critica della vita quotidiana).
>> Se non ho capito male (che resta sempre l'ipotesi più probabile), questa è
>> la scommessa che è stata di fronte a tutti i movimenti della seconda metà
>> del Novecento. E' una scommessa che sta di fronte anche a questo. Forse
>> l'orlo è troppo stretto. O forse stavolta i ventenni trovano un sentiero
>> verso l'interno, oltre la falesia.
>>
>>
>
>
> io e penelope.di.pixel siamo a città del messico. tra qualche giorno c'è la
> festa dei morti, suggestiva, con lo Zocalo completamente in fermento tra
> scheletri veri e quelli di cartapesta.
>
> in mezzo ai messicani e ai turisti circolano un sacco di persone in divisa,
> con le armi dal calibro grosso. a momenti ci prendeva un colpo, pagando un
> caffè, quando, girandoci, ci siamo trovati un tipo mimetico con un fucile a
> canne mozze, che sorrideva di un ghigno indefinibile.
>
> qui il mondo è spezzato in 2 o tre pezzi. i poveri, i medi e gli agiati. i
> "ricchi" non li metto nemmeno in conto, perchè son pochi e invisibili.
> divisione netta. frattura precisa.
>
> fucili a canne mozze, dicevamo.... è interessante osservare i discorsi che
> si riescono a fare con le persone, da queste parti (e in buona parte del
> centro/sud america).
>
> i "poveri", pur con nozioni distorte, quasi da "gossip politico", piene di
> miti e di stereotipi, hanno una visione estremamente politicizzata della
> vita. sia che si parli di un resto sbagliato comprando una ciambella, che se
> si sta parlando di un tuo amico ammazzato da un poliziotto.
>
> i medi e gli agiati, invece, vivono di una tensione completamente
> indirizzata all'emulazione di modelli americrucchi: vorrebbero essere
> americani, vorrebbero una villa, vorrebbero la macchina lucida, il
> ristorante italiano, il vestito bello, il successo, l'azienda redditizia,
> queste cose qui. toccare certi discorsi è imbarazzante con loro. ti guardno
> come se fossi di un altro pianeta. è un modello completamente televisivo: se
> dici qualcosa di sconveniente, o che va fuori dai binari, è pronta la
> pubblicità ad interromperti.
>
> viene in mente l'uomo invisibile del libro, quando affronti certi discorsi.
>
> fucili a canne mozze, ricchi invisibili e pubblicità, si diceva.
>
> stando qui, non sembra neanche strano guardare l'italietta lontana. dove
> tutti si lamentano, sperando poi di vincere al superenalotto.
>
> perchè qui, in fondo, non è tanto differente: c'è una dimensione virtuale
> che scavalca ogni passione, tensione, ideale, aspirazione. E' una dimensione
> del tutto televisiva riempita di un rumore di fondo fatto di immagini di
> famiglie carine, di vincite alla lotteria, di divinità varie che ti
> proteggono, di imprenditoria di successo, di "il tuo futuro è tuo".
>
> pure se non ci crede nessuno. eppure in fondo in fondo quando guardano il
> faccione dei politici, la canna del mitra, le cosce della soubrette, lo
> sbrilluccicare del cromo della cadillac, il tendone rosso all'ingresso
> dell'hotel e le risate grasse delle promozioni televisive, c'è una forma di
> speranza creata dal fatto che quella cosa, finta, di plastica, oltre lo
> schermo, oltre il muro, oltre il sibilare di pallottole se provi a
> prendertela, sia fattibile.  o anche semplicemente auspicabile.
>
> la grande sconfitta sta lì, no?
>
> nell'aspirazione al virtuale. indotta.
>
> caro gadda, sarò un rompicoglioni logorroico.. questa è realmente l'unica
> cosa che non mi torna. e l'unica cosa che mi sembra veramene "globale" e da
> prendere considerazione assieme alle altre quando si fanno i vari discorsi.
> l'ambire, intimo e più o meno esplicito o diretto o indiretto, a delle
> "cose" virtuali. Ai simboli che sono fin troppo radicati nel retro del retro
> del retro di ogni cervelletto. e che dirigono tante e troppe vite quotidiane
> delle persone.
>
> prima di partire, m'è capitato di stare dentro un ufficione di centinaia di
> persone, a coordinare la creazione di un sistema informativo.
>
> "ci vai alla manifestazione?" "no, non ho le ore di permesso"
> "che ne pensi di blablabla dell'università" "mia moglie vuole che andiamo
> fuori per il fine settimana"
> "a che serve facebook? proteggi la tua privacy?" "mi piace facebook, ci h
> rimediato da scopare 2 volte"
> "che ne pensi del berluska?" "ha la maggioranza... io mica l'ho votato"
> "che rapporti hai col sindacato?" "sindacato, qui? sono dei ladri
> raccomandati, e poi non sono ben visti dalla dirigenza"
> "pensi che sia meglio dire extracomunitari o 'differentemente europei?'"
> "quelli lì.. io non sono razzista, per carità, ma la droga, le prostitute, i
> furti...se mi rubano in casa li ammazzo"
> "poltica?" "e chi c'ha tempo!"
> "leggere?" "sì, camilleri.. o al massimo saviano... l'hai messa la firma su
> repubblica.it?"
>
> e così via.... e non è un caso isolato, come sappiamo ben tutti.
>
> ecco, qusto mi spaventa e mi fa passar la voglia: che tutto quel che fai
> questa gente qui (milioni e milioni e milioni) non la tocca proprio. O, al
> massimo, la tocca di striscio, come un evento eccezionale, come una cosa che
> "l'ha detta beppe grillo", come una cosa che "difendiamo la nostra libertà"
> e poi dopo due settimane si è da capo a dodici.
>
> non ho soluzioni, naturalmente. figurati.
>
> ho solo la voglia di toccare pure questi qui. se devo aprire una catena di
> supermercati, se mi devo inventare un gadget, una trasmissione televisiva,
> una marca di automobili o quello che cazz'è per farlo è quel che voglio
> fare.
>
> qundi: sì totale all'azione "intellettuale"! certo! (pure il libro si
> potrebbe fà, figurati.. sarebbe un bene!) Ma tocca prendere in
> considerazione anche altri canali di azione/comunicazione.
>
> (e, per sgonfiare affermazioni un po' frufru che ogni tanto tornano: non è
> nemmeno che voglia fare l'evangelizzatore! :)   vorrei rendere visibili
> alternative, e mostrare opportunità. perchè le persone - vedi l'ufficione di
> cui sopra e i milioni di ufficioni uguali su tutto il pianeta - proprio non
> le vedono, non ne hanno percezione. altri modelli non sono proprio
> percettibili come "cose da applicare al proprio quotidiano").
>
> cià!
> xDxD
>
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