Re:[aha] un frammento, uno stub, una bozza per una discussione al SALE a Venezia

gadda1944 gadda1944 at libero.it
Fri Oct 3 17:09:02 CEST 2008


Io sul wiki te lo metto volentieri, ma non era un grande sbattimento se ce lo mettevi tu stesso :-))


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Date      : Fri, 3 Oct 2008 11:09:20 +0200
Subject : [aha] un frammento, uno stub, una bozza per una discussione al SALE a Venezia







> *Lo spazio dei flussi*
> 
> *un frammento, uno stub, una bozza per una discussione al SALE a Venezia**
> *
> 
> Un sistema di conoscenza è costituito da un flusso di informazioni
> all'interno di un insieme di tecnologie definito tra nodi, iperlink e menti.
> Le relazioni sono tra docente e ricercatori, critici e artisti, storici
> dell'Arte e nodi elettronici, nodi elettronici e database. Un dominio di
> informazioni di tale fatta, sia dal punto di vista contenutistico che
> tecnologico, può esser visto come un sistema non lineare ed è quindi
> soggetto alle regole del comportamento emergente. Per questo l'approccio
> concettuale e progettuale di un sistema di questo tipo deve considerare le
> proprietà dei flussi dell'informazione che lo percorrono per definire una
> progettazione.
> 
> Quindi le prime domande sono:
> 
>    -
> 
>    Che cosa è uno Spazio dei Flussi in generale?
>    -
> 
>    In che modo si differenzia dallo spazio fisico, il tipo di geografia che
>    noi abbiamo imparato a scuola?
>    -
> 
>    Come possiamo gestire questo spazio così diverso?
> 
> Che cosa è lo spazio dei Flussi? Alla base c'e' l'idea di Eraclito: *panta
> rei-tutto scorre*. Il filosofo greco nel *Pery Fyseos* definiva con questa
> frase una costante condizione della natura: tutto viene e tutto va,
> incessantemente. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, perchè
> solo apparentemente esso permane: in realtà l'acqua che lo costituisce non è
> mai la stessa. Nemmeno si può toccare due volte l'essenza di un concetto nel
> medesimo stato, perchè questa a causa della velocità del divenire delle sue
> relazioni con altri concetti, di piano inferiore, uguale o superiore, si
> raccoglie e si disperde; la sostanza di una cosa è ciò che sottostà ad essa,
> quello che concettualmente la lega alla percezione e all'esperienza del
> gruppo sociale, l'idea platonica che la rende percepibile e che, legata
> all'apparato di tutta la tecnologia culturale, è essa stessa inserita in un
> processo di continuo divenire. Tutta la realtà, dalla materia all'energia,
> all'informazione è un costante processo di trasformazione, è quindi un
> perenne processo di mutamento che diventa visibile solo quando si realizzano
> delle 'topiche', dei 'nodi' che entrando in relazione determinano una
> 'armonia dei contrari', la trasformazione incessante è paradossalmente una
> condizione della percezione poiché, passando di piano e di scala, la
> totalità dei fenomeni rimane uguale a sé stessa in una indissolubile unità,
> infatti, come sostiene Eraclito, a ben guardare ogni salita è anche una
> discesa. Questo continuo passaggio di piano è reso possibile dal Logos,
> dall'intelligenza razionale discorsiva, che è un codice, una tecnologia, che
> organizza attraverso un ritmo e delle relazioni, metaforiche e logiche, le
> 'topiche' e i 'nodi'.
> 
> Il concetto di 'Spazio dei Flussi' ha delle relazioni con il pensiero greco,
> ma esso si riferisce a delle specifiche condizioni storiche che sono
> divenute predominanti solo di recente, più o meno intorno alla metà degli
> anni settanta. *Lo spazio dei Flussi nella definizione generale è quel
> particolare momento dell'azione umana nel quale le dimensioni del senso sono
> create da un movimento dinamico, piuttosto che da un oggetto statico*. (Felix
> Stalder, confrontare con il suo PhD e
> http://felix.openflows.com/html/left.html)
> 
> I concetti operativi in questo contesto sono "movimento" e "azione umana".
> Senza movimento, questo spazio cesserebbe di esistere e noi ricadremmo
> indietro nello spazio fisico dei luoghi, definito da oggetti solidi e
> materiali quali montagne, palazzi, biblioteche e libri. I due concetti sono
> correlati poiché il movimento si definisce attraverso l'azione umana e crea
> le condizioni per la nostra vita di tutti i giorni. In questo senso, le
> placche tettoniche, anche se esse si muovono, non sono parte dello spazio
> dei Flussi, poiché non appartengono all'azione umana e seguono una scala
> temporale differente da quella dell'uomo. *Lo spazio dei Flussi è diventato
> interessante in questi ultimi anni poiché è lo spazio all'interno del quale
> il nostro mondo, nel modo che noi lo conosciamo, è modulato, processato,
> in-formato dal medium della modernità cioè l'elettricità*; ma certamente ci
> sono sempre stati quegli spazi sociali che erano creati dalle interazioni
> tra le persone, e che attivavano le relazioni culturali tra le parole e le
> loro catene di significati e definivano il movimento sociale. Un esempio è
> il mercato, un altro è la politica, sistemi dinamici che si realizzano
> all'interno dell'azione sociale umana. Un esempio è la "via del sapere"
> medievale quando dopo l'anno 1000 con l'accresciuto potere delle città si
> formarono grandi scuole presso le cattedrali che divennero punti di
> riferimento culturale, elaborando pensieri originali. A queste scuole, che
> sfoceranno poi nelle Università, convenivano studenti da ogni parte del
> dominio come clerici vaganti e goliardi. Filosofia e teologia erano sempre
> le discipline più importanti alle quali si subordinavano le altre suddivise
> in trivio che comprendeva grammatica, retorica, dialettica e quadrivio che
> comprendeva aritmetica, geometria, astronomia, musica. La nascita di queste
> scuole era stata resa possibile dalla riapertura delle vie di comunicazione.
> 
> Lo spazio dei flussi, consiste di 4 elementi:
> 
>    -
> 
>    il medium/a che veicola/no i flussi;
>    -
> 
>    le cose che fluiscono;
>    -
> 
>    il linguaggio che organizza le relazioni;
>    -
> 
>    i nodi tra cui i flussi circolano (un nodo è un tipo di interfaccia, e
>    come tutte le interfacce, modifica profondamente quello che connette).
> 
>  Pensando alla cultura nel medioevo il *medium* del sapere, sia come
> circolazione e organizzazione, era il libro manoscritto, il codice miniato.
> Siccome il codice manoscritto era un artefatto di lunga preparazione e molto
> costoso circolava in pochi esemplari tenuti attentamente nelle biblioteche
> delle abbazie. Le Biblioteche nacquero così come istituzioni che riunivano i
> codici miniati e un vero e proprio network di maestri e discepoli di un
> determinato studio (giurisprudenza, medicina, teologia, filosofia, ecc.). La
> condizione *sine qua non* era il "pellegrinaggio culturale" lungo le vie del
> sapere, da Bologna a Parigi fino a San Jacques de Compostelle. La tecnica
> d'insegnamento si basava sulla *lectio*, lettura e commento di un autore,
> seguita dalla *questio*, cioè discussione di un problema. Ma importante era
> anche la *disputatio*, che veniva programmata a scadenze regolari e che
> verteva su un argomento scelto dal maestro. Tutti i partecipanti proponevano
> soluzioni che poi il maestro accettava o rifiutava a seconda che
> coincidessero o no con la sua visione. La *disputatio*, in particolare, era
> seguita da studenti nomadici che potevano arrivare dai più lontani centri di
> studio. Lo studio del tema era sviluppato lungo il tragitto. E' questo un
> sistema paragonabile a un network, dove i nodi definiscono i flussi del
> sapere. I flussi sono generati dall'interazione di somiglianza e differenza
> tra i nodi cosicché le funzioni, valori e significati nello spazio dei
> flussi diventano relazionali e non assoluti, dinamici e non statici. Se un
> nodo funziona oppure no non è determinato dal nodo ma emerge dalla rete di
> cui il nodo è soltanto una parte. Come la rete cambia, ecco che le vecchie
> connessioni muoiono e se ne stabiliscono di nuove, i flussi si riorganizzano
> attraverso nuove connessioni, significati, funzionalità e cambiano i valori.
> 
> 
> L'elemento finale nello spazio dei Flussi sono le grandi scuole medioevali
> organizzate presso le abbazie e le cattedrali, esse si liberarono a poco a
> poco del controllo dei vescovi e divennero indipendenti. Presero allora il
> nome di *studia generalia* o di *universitates*, cioè scuole aperte a tutti;
> nacquero a Padova, Parigi, Londra come un network in un sistema di flussi
> dinamici. I flussi vanno sempre da un nodo a un altro nodo. In un mondo con
> una sola università, il sapere diventa un mero artifizio retorico. I nodi
> forzano lo studio e il pensiero a trasformarsi in flusso. I nodi, come le
> Università dove i concetti, gli etimi, il sapere era trasmesso, certificato
> e ri-attualizzato, sono membrane che connettono vari flussi ad altri e i
> flussi ad altri nodi: un nodo è un tipo di interfaccia, e come tutte le
> interfacce, modifica profondamente quello che interfacciano. Ma a fronte
> delle similitudini, i flussi del sapere medievale sono differenti dagli
> odierni flussi dell'informazione. Perché nello spazio dei flussi medievali
> le distanze tra i centri del sapere erano relativamente stabili; era uno
> spazio di flussi statico rispetto al nostro basato sull'informazione
> digitale. Quello che era il "banco da studio" delle antiche e tradizionali
> università, accademie e centri ricerche come Padova, la Sorbona, il Bauhaus,
> il Centro di Biologia Marina Anton Dorn con l'arrivo delle tecnologie
> elettriche è andato via via incrociandosi con l'elettricità producendo
> l'ufficio gestionale. Oggi il nodo per eccellenza nel nostro spazio dei
> flussi è l'ufficio, o il tavolo di studio, il centro di controllo e comando
> dei flussi dei prodotti, delle persone e delle informazioni.
> Nell'artigianato preindustriale, i luoghi di produzione e gli uffici di
> gestione non erano decisamente separati; questa situazione si rivelò
> efficiente nella misura in cui i flussi erano piccoli e lenti. Quando il
> volume e la velocità della produzione così come la reattività del mercato
> aumentarono con l'arrivo del medium elettrico, questo modello entrò in
> crisi. Come diretta risposta alla crescita delle produzioni industriali e
> alla velocità del mercato negli ultimi 100 anni, l'ufficio diventa centrale
> nell'economia della produzione nella seconda parte del 19° secolo. I flussi
> e i nodi iniziarono a differenziarsi. L'ufficio rappresenta il tentativo di
> gestire i flussi accelerati dei prodotti delle fabbriche. Questi flussi
> tendono costantemente a andare fuori controllo, in over-produzione o
> extra-costi. Il mondo degli uffici introdusse un tema centrale della cultura
> dei flussi: il paradosso che la pratica del controllo deve coesistere con la
> condizione del fuori controllo. Entrambi non solo coesistono allo stesso
> tempo ma si influenzano a vicenda. Le due condizioni non sono in
> contraddizione ma rappresentano le due facce della stessa medaglia. Nel
> processo di differenziazione dei flussi e dei nodi, l'ufficio si separò
> dall'officina. Prima in una stanza separata poi in un diverso edificio.
> Nella fabbrica fordiana l'acciaio entrava a una estremità della fabbrica e
> usciva come macchina dalla parte opposta. Questo era un nodo in un mondo
> dove il flusso di informazioni circolavano attraverso il medium della carta.
> 
> Oggi questa informazione circola attraverso l'elettricità e i media
> digitali, i nodi e i flussi vengono spinti dalle tendenze del medium stesso
> a differenziarsi. Il volume della produzione e la velocità aumentano, e la
> produzione del sapere si è trasformata in un meccanismo estremamente
> complesso grazie alla possibilità di avere centri di produzione,
> elaborazione e certificazione sparsi nel mondo. *Il punto importante oggi è
> che: come il volume e il ritmo dei flussi aumenta, i nodi e i flussi si
> differenziano sempre più mentre si stanno integrando sempre di più dal punto
> di vista funzionale*.
> 
> Adesso possiamo entrare più specificatamente nella seconda questione: quali
> sono le differenze tra lo Spazio dei Flussi e lo 'spazio' per come lo
> conosciamo?
> 
> Lo spazio dei flussi è definito dal movimento che mette in contatto elementi
> distanti come le cose e le persone in una relazione che è caratterizzata da
> essere continua e in tempo reale. Parlando da un punto di vista storico
> questo è una novità. Ci sono sempre state culture che sono state costruite
> su grandi distanze. Ma oggi, esse interagiscono in tempo reale. Una delle
> conseguenze dell'essere digitali è quella che lo spazio può espandersi e
> contrarsi molto velocemente. Pensiamo alla breve vita che hanno oggi le
> discussioni accademiche che sono direttamente collegate alla velocità e al
> volume delle idee prodotte dagli ambienti di ricerca. Quello che è molto
> importante è che questi cambiamenti non sono solo cambiamenti quantitativi,
> cioè come volumi e velocità, ma sono anche dei cambiamenti qualitativi. Come
> i flussi cambiano il loro volume e la loro direzione, i nodi cambiano le
> loro caratteristiche. Questa è probabilmente la differenza più importante
> tra lo spazio dei luoghi e lo spazio dei flussi. Le caratteristiche di ogni
> elemento dipendono meno dalle loro qualità interne piuttosto che dalle loro
> relazioni reciproche. Queste relazioni sono create dai flussi. *In altre
> parole, la funzione, il valore e il significato nello spazio dei flussi sono
> relazionali e non assoluti.* Acquisire l'ultimo sistema specializzato non
> garantisce che un sistema così sofisticato venga compreso e adottato.
> 
> Se un nodo funziona o no, quindi, non è determinato all'interno del nodo, ma
> emerge dal network del quale il nodo è solo una piccola parte. Così come il
> network cambia, così le vecchie connessioni decadono e nuove si
> stabiliscono, così i flussi si riorganizzano attraverso altri nodi,
> significati, funzionalità, e valori.
> 
> Come possiamo gestire tutto cio?
> 
> La questione è: *chi è noi*? *Nello Spazio dei Flussi elettrici le persone
> sono meno definite dalle loro caratteristiche interne e intrinseche e molto
> di più dalla loro posizione in relazione ad un altro*, allora l'analisi e
> l'azione non può più essere focalizzata sul singolo elemento, la persona
> individuale, un prodotto o una compagnia. Noi dobbiamo spostare la nostra
> attenzione da "*all'interno di..."* al "*nel mezzo di...".* Così come piuttosto
> che chiederci come sia fatta una cosa dobbiamo chiederci come si interfaccia
> alle altre.
> 
> Gli scienziati cibernetici utilizzano queste teorie per parlare di "forme
> tecnologiche di vita", e non intendono nulla di simile alla vita
> artificiale, ma il concetto che se due persone sono ingaggiate in una
> conversazione e sviluppano una nuova idea, questa non proviene da uno o
> dall'altro, ma dall'associazione o dalle forme di significati che hanno
> generato. Quello che fluisce tra due "menti" è all'interno di una forma di
> vita. Associando i nodi di una rete al concetto di "forma di vita" l'enfasi
> viene messa nel fatto che queste associazioni sempre più sono permesse e
> sono influenzate, dalla tecnologia e in particolare dalle tecnologie
> dell'informazione. Poiché questa tecnologia fornisce il mezzo con cui le
> informazioni possono fluire tra i partecipanti. Di nuovo ci troviamo di
> fronte agli elementi che generano un sistema di flussi della conoscenza:
> 
>    -
> 
>    il medium digitale di comunicazione;
>    - le cose che fluiscono;
>    - Il linguaggio usato;
>    - e i nodi creatisi nell'ibridazione tra le persone e la tecnologia.
> 
> Le caratteristiche di qualsiasi forma di vita tecnologica non sono riassunte
> semplicemente nelle loro qualità individuali, ma esse emergono dalla loro
> interazione. Esse seguono le regole del comportamento emergente. Mentre la
> vita diventa sempre più legata alla tecnologia la tecnologia assomiglia
> sempre di più alla vita e ai suoi modelli funzionali. Noi stiamo diventando
> sempre più simili a dei cyborg e la tecnologia è sempre più capace di
> riprodursi autonomamemente poiché si integra sempre più massicciamente, nei
> sistemi dell'informazione biologica. La tecnologia continuamente e in tempo
> reale si adatta alle persone (concetti) che continuamente e in tempo reale
> cercano sempre di costruire nuove tecnologie (significati). E le loro
> relazioni si evolvono attraverso costanti flussi di feedback che circolano
> esponenzialmente attraverso i nodi piuttosto che in un semplice meccanismo
> di causa ed effetto. Dal punto di vista della progettazione (intenzionalità)
> ciò crea un problema. N*on possiamo progettare forme tecnologiche di
> pensiero, poiché esse sono sistemi emergenti. Quello che possiamo fare, è
> progettare alcuni singoli elementi, in particolare i nodi.* Questi elementi,
> tuttavia, sono completati dagli elementi fuori del nostro controllo
> immediato. *Questo ci fa introdurre il tema della coesistenza di un "Hyper
> controllo" e di un "Out of
> Control"**1<?ui=2&view=js&name=js&ver=E0gUQ_beWMY&am=X_E4pcT3eCGNiMqqKg#sdfootnote1sym>
> *. Noi possiamo gestire solo in minima parte il processo (micro-management).
> Allo stesso tempo noi diventiamo sempre di più influenzati e dipendenti da,
> cose che sono fuori dal nostra portata individuale (significati/socialità).
> Gli effetti emergenti, che danno valore e significato al nostro agire
> individuale, sono sempre più difficili da dirigere. Questo non diminuisce
> l'importanza del design e della progettazione, ma ne cambia le
> caratteristiche. Come il significato e le funzionalità sono spostate
> dall'oggetto del design nelle relazioni create dai flussi, l'oggetto dì per
> sé stesso diventa incompleto. *Non possiamo conoscere quale sia la
> funzionalità relazionale di un oggetto prima di inserirlo in una
> intersezione di flussi dell'informazione*. E questo la fa assomigliare, (o
> essere?) a una sorta di vita propria.
> 
> I nodi hanno bisogno di essere generici in modo da poter assumere una loro
> propria specificità sotto la pressione di quelle tendenze peculiari che noi
> non possiamo interamente precedere. Inoltre in un ambiente altamente
> integrato, in un supporto fluido di dati digitali, il nostro intervento di
> progettazione e i nostri interventi direzionali e di gestione tra i larghi
> spazi dei flussi è in parte quello che genera l'incontrollabilità
> dell'intero ambiente. Impreviste conseguenze, filtrate attraverso l'intero
> network, presto o tardi torneranno indietro e riconfigureranno le relazioni
> dei nodi che noi avevamo appena cosi coscientemente progettate. Per tutto
> questo un sistema di conoscenza deve essere progettato come un sistema
> emergente che rispetta le teorie dei sistemi non lineari esattamente come la
> cultura e lo sviluppo della conoscenza.
> 
> Progettare innescando un sistema e gestendolo attraverso micro-interventi
> che, come nel caos, sono dei micro-attrattori che stressano il sistema per
> vedere che cosa succede alla Network society.
> 
> Le Accademie e i centri del sapere sorsero dapprima in Italia, poi in
> Francia e quindi in Inghilterra e poi via via negli altri Stati europei. Le
> Università più famose oltre a quelle di Bologna, Padova, Napoli e Pavia
> erano l'Università parigina della Sorbona e quelle inglesi di Oxford e di
> Cambridge, sorte tutte fra il XII e il XIII secolo. In tutte le università
> la lingua parlata e insegnata era il latino. Oggi la lingua franca
> dell'Accademia è l'Inglese, se non altro per il fatto che la rete è stata
> creata da una cultura anglosassone, quella americana, e gestita, almeno
> inizialmente, dalla National Science Foundation. E se nel medioevo interi
> gruppi di studenti si spostavano da una università all'altra per ascoltare
> le lezioni di rinomati professori. Oggi intere Accademie possono spostarsi
> nello spazio dei flussi digitali. E se allora i libri, molto costosi, erano
> rarissimi. Oggi i libri sono maggiormente accessibili e a disposizione di
> tutti spesso nella forma di paper riassunto digitale. E come gli allievi
> imparavano più che altro ascoltando la viva voce del professore e prendendo
> appunti, oggi nella Network Academy gli studenti saranno accompagnati dalla
> figura del Professore nel percorso della conoscenza ascoltando dalla viva
> voce dei maestri riconosciuti la lezione. Un'Accademia potrebbe configurarsi
> come network di pensatori e avere delle lezioni in forma di "*Disputatio*"
> direttamente con critici di qualsiasi campo attraverso le opportune
> tecnologie on line. Oggi un'Accademia potrebbe offrire un Network di lezioni
> piuttosto che una riproduzione delle lezioni. E questo potrebbe mutare
> dall'interno e in profondità la coscienza stessa della nostra cultura.
> 
> 1<?ui=2&view=js&name=js&ver=E0gUQ_beWMY&am=X_E4pcT3eCGNiMqqKg#sdfootnote1anc>K.
> Kelly, *Out of Control la nuova biologia delle macchine dei sistemi sociali
> e dell'economia globale*, Ed. Italiana 1996 Prima Edizione Urra, Apogeo srl,
> Trad. Corrado Poggi, ISBN 88-7303-182-X.
> 
> *francesco monico - venezia 2005 - venezia 2008*
> 



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