R: [aha] Report da LPM e MilanoInDigitale + ahacamp

Luigi Pagliarini luigi at artificialia.com
Mon Jun 9 11:29:57 CEST 2008


francesco (e stefano e tommaso e quant'altri)

> > L'idea del network è nata come convenzione dal nome Media Art Net, in
firma in questi giorni tra Accademia di Carrara, Tommaso Tozzi, Isia
Firenze, Stefano Bettega, Naba, me stesso, Brera, Ezio Cuoghi-P.Rosa,
Fondazione Beviolacqua La Masa, Stefano Coletto, appena terminate le
procedure di firma verranno invitate le esperienze italiane che
contribuiscono al dibattito culturale in italia. Questa Rete serve a
condividere gli ospiti internazionali che ognuno di noi invita nei suoi
programmi didattici. Quest'anno io ho invitato Roy Ascott, Natasha Vita
More, Marcos Novak, Jens Hauser, Roger Malina, tutti interpreti di primo
piano sulla scena internazionale di media art e arte e tecnologie. La
convenzione nasce sull'esperienza dell'accordo tra Naba e Bevilacqua La
Masa, e sulla volontà di Isia di Firenze, il primo promotore, e di ABAC di
Tommaso Tozzi....


premesso che nessuno (ma parlo per me essenzialmente) abbia nulla in
contrario al mediartnet, anzi! (anche se da com'è che lo presenti sembra che
si legga tra le riga: e tutto "nostro" e che nessuno ce lo tocchi! :-); 
premesso che anch'io (come altri, probabilmente) insegno in un'Accademia e
son addentro ad altre istituzioni e non sarebbe poi stato malaccio esser
informato dell'ipotesi di costruzione di un network sull'arte elettronica
media art o quello che diavolo vogliamo chiamarla;
premesso che (il tono è falsamente polemico) com'è che mi capita d'osservare
sempre più spesso le convenzioni, gl'accordi, ecc. non scendono mai sotto
Firenze (sotto Firenze abbiamo tutti l'anello al naso: Bossi docet!!! :-);
premesso, che aldilà (ed aldiqua) delle firme e del burocratizzare l'unione
tra le realtà, manifestazioni quali PEAMS, LPM, TOSHARE, ecc. si basano sul
concetto di networking, sin dall'alba della media.net.art (+/- italiana);
premesso tutto ciò, credo che qui si parlasse di network d'organizzatori di
manifestazioni, più che di percorsi didattici.

o mi sbaglio?

Ciao! Luigi



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