[aha] DROGHE KILLER

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Sat Jan 19 11:34:51 CET 2008


19 gennaio 2008

Un ragazzo di 17 anni, dopo una serata trascorsa ad un concerto rock, la
mattina dopo si ritova paralizzato.Nel referto i medici parlano di una
paralisi diffusa e di «presunta assunzione di stupefacenti con altro». Gli
uomini del capitano Vincenzo Barbato che inoltrano l’informativa alla
Procura di Monza, parlando di tracce di «hashish potenziato».

Negli ultimi anni, la produzione di marijuana in Paraguay, nelle montagne
del dipartimento di Canindeyudal, è a ciclo continuo (tutto l'anno) grazie
all’introduzione di semi geneticamente modificati. Gli esperti dei servizi
antinarcotici hanno rilevato un aumento nella produzione dello stupefacente
in Paraguay dovuto alle forti richieste provenienti soprattutto dal Brasile,
ma anche da Argentina, Uruguay e Cile. Il ciclo produttivo dei semi GM è di
30-35 giorni: ci sono semi per l’epoca di forte caldo e poca umidità e semi
e per la stagione fredda e piovosa. Non si sà bene da dove provengano i semi
geneticamente modificati, forse da laboratori statunitensi o olandesi che
clandestinamente sviluppano queste varietà di marijuana attraverso
ibridazione semplice o multipla.

Una volta esistevano solo due tipi di marijuana (indica o sativa), mentre
oggi i coltivatori illegali possono scegliere fra almeno un centinaio di
varietà diverse. L'Olanda, il paese che oltre trent'anni fa cominciò la
politica alla tolleranza verso le droghe leggere, oggi sembra pentirsi.
Negli ultimi due anni, il numero di giovani dipendenti da "super-marjiuana"
è aumentato del 25%. Il problema è che gli spinelli alla super-maria
contengono una concentrazione molto più elevata di "thc"
(tetraidrocannabinolo), che arriva a sfiorare il 25%, causa di una maggiore
dipendenza (i pazienti registrati nei vari centri erano 1950 nel 1994, sono
diventati 5500 nel 2005). Ivo Osptelten, sindaco di Rotterdam, ha stabilito
con un decreto che entro il 2009 chiuderanno 29 coffee shop situati nel
raggio di 200 metri dalle scuole, per scoraggiare l'uso della cannabis tra i
giovani.

Oltre alla marijuana sul mercato arriva anche olio di hascisc ricavato da
piante di cannabis geneticamente modificatie con un principio attivo che può
arrivare anche al 50%. L'allarme è stato lanciato da Massimo Clerici,
docente di psichiatria all' Università di Milano. La situazione è tale che
la Società Italiana di Psichiatria (SIP) ha messo a disposizione delle
scuole italiane una task force di 500 giovani psichiatri (che hanno
partecipato al corso di formazione "Cannabis, Alcol e Disturbi Psicotici"
svoltosi in 16 città italiane). La proposta della SIP vuole stimolare il
governo italiano ad affrontare il problema, così come si è fatto in
Germania, in Francia o nei Paesi Bassi, dove si sono diffusi centri di
consulenza gratuita specializzati destinati ad adolescenti in difficoltà e
ai loro genitori. "Mentre ci si preoccupa delle coltivazioni di papavero da
oppio in Afganistan - dice Clerici - intere piantagioni di cannabis GM sono
state realizzate in Paesi a noi molto più vicini, anzi, a poche ore di
motoscafo dalle coste adriatiche e questi prodotti invadono quotidianamente
l'Europa passando attraverso l'Italia".

Gli spinelli geneticamente modificati provocano "un disordine psicoattivo
enormemente più forte perché la corteccia prefrontale, deputata ai processi
cognitivi, subisce cambiamenti". Secondo gli psichiatri, aumenta il rischio
di malattie psicotiche. In particolare nei giovani fra 12 e 19 anni - che
già hanno una sensibilità doppia a queste sostanze a causa della morfologia
in formazione del loro cervello - specie se sono già a rischio per gravi
stress precedenti (problemi familiari, perdita di affetti, ecc.). Una
ricerca tedesca che denuncia come negli ultimi anni il limite di età
d'inizio sia sceso fino a 11-12 anni. Uno altro studio, sempre eseguito in
Germania, afferma che se con mezzi di prevenzione si riuscisse a limitare
l'uso della cannabis, il numero dei casi di disturbi mentali nei giovani
(schizofrenia, depressione, disturbo bipolare) si ridurrebbero di almeno il
15%. "Sono numerose le evidenze scientifiche - dice Clerici - secondo cui
l'uso della cannabis riduce l'effetto delle cure nei pazienti con problemi
mentali, aumenta le ricadute, il numero dei ricoveri e la loro durata".

Non molto tempo fa, una canna con l’aggiunta di cocaina crackata ha ucciso
il 15enne Dario, studente. Dalla Brianza, sostiene la Procura di Monza, «è
stata messa sul mercato una partita di marijuana marcia». Bastarda. Sporcata
con additivi. Intrisa di crack.  «Le nostre “sentinelle” sul territorio -
dice il sacerdote Antonio Mazzi - registrano un aumento di spinelli che
spinelli non sono». Gira anche la «glass-grass», (vetro-erba), erba
adulterata. In pratica è uno spinello di cannabis con aggiunta di anidride
silicia o microsfere di silicio, altamente cancerogena. Si presenta sotto
forma di pezzi minuscoli di vetro che permette di aumentarne dimensioni e
peso e quindi incrementare i profitti. «Il fenomeno è ancora poco studiato,
ma questi pezzettini di vetro alle volte non sono così piccoli come
dovrebbero e rischiano di danneggiare non solo il cervello ma anche i
polmoni», ha detto Giovanni Biggio, presidente della Società Italiana di
Farmacologia, direttore di Neuroscienze all’Università di Cagliari. Le prime
segnalazioni di questa sostanza sono comparse sul web e provengono da alcune
città inglesi. L’erba con il «vetro» ha l’apparenza di normale marijuana con
molta resina.

Ragioni di «marketing» criminale: il prodotto costa meno e rende di più.
Agli spacciatori, il cliente e il risultato finale del prodotto non
interessano, si sa. Non è mai interessato. Figurarsi ora che il mercato
sfugge di mano al controllo dei grandi «cartelli» delinquenziali e vede in
azione trafficanti fai-da-te: «Attenti - ammonisce don Mazzi - girano
sostanze killer». «Abiamo campionato - dice Fabio Bernardi, vicedirigente
della squadra mobile - cinque tipologie di marijuana con un principio attivo
del 25%. Quanto alla cocaina crackata, è roba da ultimo stadio dei tossici».

Secondo Ignazio Marcozzi Rozzi, presidente dell'Agenzia Comunale per le
Tossicodipendenze di Roma, le numerosi morti da overdose di eroina
verificatesi negli ultimi tempi sono legate ad una nuova strategia
criminale. "La strategia di introdurre eroina più concentrata - dice Rozzi -
serve a creare in tempi rapidi nuove generazioni di tossicodipendenti".
D'altra parte, il contesto internazionale favorisce l'ingresso nel nostro
Paese di eroina purissima: "C'è una grande disponibilità internazionale di
eroina - continua Rozzi - che proviene fondamentalmente dall'Afghanistan
attraverso i Balcani. Ne è testimonianza il gran numero di quintali di
sostanze e di eccipienti sequestrati recentemente in Albania. E anche
l'eroina intercettata è passata dai 7 chili del 2006 ai 70 chili del 2007.
La rete di spaccio è evidentemente una rete che ha minori intermediazioni ed
è in grado di introdurre sul mercato clandestino eroina molto più pura e
molto più pericolosa".

Il 30 dicembre scorso, due operai di 30 e 31 anni, Andrea Dionisi e Marco
Silvestri, sono stati ritrovati morti in una Fiat Punto parcheggiata in una
strada di campagna senza uscita alle porte di Tivoli. Vicino ai due cadaveri
c’erano alcune siringhe e i resti delle confezioni in cui era contenuta l’
eroina. La stessa notte, un uomo di 40 anni è stato trovato cadavere nell’
appartamento dove viveva insieme alla madre e alla compagna. «Ogni anno a
Roma muoiono circa 100 persone per overdose - sottolinea il fondatore della
Fondazione Villa Maraini, che si occupa dell’assistenza ai
tossicodipendenti - un rischio che durante le feste natalizie aumenta perché
i servizi di assistenza ai tossicodipendenti subiscono rallentamenti». Si
tratta di una cifra che per il presidente della Croce Rossa, Massimo Barra,
arriverebbe al doppio se, «non fossero centinaia gli interventi svolti nei
casi di overdose, dove si trovano le unità di strada della fondazione
Maraini, una a Tor Bella Monaca e una alla stazione Termini».

L'eroina sembra essere tornata prepotentemente alla ribalta. Perfino tra i
giovanissimi. A Verona, il Sert, il Servizio per le Tossicodipendenze, ha in
cura una ragazzina di 12 anni e mezzo. A Padova, sono in cura due
adolescenti di 16 anni e  quattro ragazzine che fumavano eroina tutti i
giorni: una di 14 anni, una di 15 e due di 17. Al Sert di Teramo, durante il
2007 si sono presentati quindici minorenni, alcuni di 13 e 14 anni. Tutti
con gli stessi sintomi di dipendenza da eroina. Stesse storie in Piemonte,
in Toscana, in Liguria, a Napoli. A Faenza, in provincia di Ravenna, la più
giovane eroinomane ha cominciato la terapia disintossicante che non aveva
ancora 15 anni. Ha raccontato di essere stata iniziata alla droga da
un'amica di scuola, che già fumava eroina. Sempre a Faenza, la preside di
un'altra scuola superiore ha segnalato il probabile consumo di eroina nel
suo istituto. E il pericolo non è solo per chi si droga. A Ravenna una
bottiglia di plastica trasformata in ampolla per fumare è stata trovata
sull'auto di un ragazzo di 19 anni, coinvolto in uno scontro frontale che ha
ucciso madre e figlio.

"I giovani credono che l'eroina fumata, non iniettata in endovena, sia meno
pericolosa", spiega la direttrice del Sert di Faenza, Deanna Olivoni, "dal
1986, da quando lavoro in questo dipartimento, è la prima volta che
trattiamo minorenni dipendenti da eroina. Tra i nuovi arrivi, ci sono
giovani che vengono dalla campagna e dalle colline". Quando si tratta di
ragazzine così giovani, spesso la dipendenza da eroina, o anche da cocaina e
hashish, si accompagna alla prostituzione. La ragazzina di dodici anni e
mezzo di Verona era stata segnalata dal reparto di ginecologia dell'ospedale
dove era finita per un'infezione. Durante le sedute al Sert ha poi
raccontato di essere stata "ceduta" agli amici italiani del suo amico
spacciatore, un colombiano di 38 anni. A Bologna, il Comune ha scoperto casi
di ragazze minorenni che si accompagnano con quarantenni offrendo
prestazioni sessuali in cambio di cocaina o eroina. In alcune discoteche del
Veneto c'è la corsa a fidanzarsi con lo spacciatore, magari violento, ma che
non nega la sniffata o la fumata in compagnia.

Fa tutto parte del "sommerso". Come le cinque overdose in pochi giorni tra
Natale e Capodanno a Roma, quattro morti per eroina insieme a un collasso
per uso di ecstasy. "Eroina troppo pura", dicono gli investigatori. Chi se
l'è iniettata non lo sapeva. Il mercato globle è in trasformazione. Escluse
le eccezioni di Napoli e qualche quartiere nelle città del Nord, le grosse
organizzazioni non controllano più la distribuzione fino al piccolo spaccio.
I boss si comportano come i broker del petrolio: comprano e muovono grandi
partite, ma i pacchi di eroina, cocaina o hashish non li toccano nemmeno. Si
riducono i rischi. E il mercato è più flessibile. Dunque uno spacciatore può
muoversi liberamente tra locali alla moda, parcheggi, bar e vendere più tipi
di droga. Così a Milano gran parte dello spaccio di eroina è stato preso in
consegna da gruppi marocchini che da anni offrono hashish. Un punto di
contatto con i teenager già abituati a mescolare spinelli, alcol e cocaina.

"È una precisa strategia di marketing globale che è in grado di inventare i
bisogni e imporli come costumi", dice il direttore del dipartimento
dipendenze della Asl di Milano, Riccardo Gatti, il primo in Italia a
lanciare l'allarme sul nuovo ritorno dell'eroina, "esattamente come fanno i
grandi marchi con i loro prodotti. Nessuno nasce con il bisogno di
drogarsi". L'osservatorio di Prevo.Lab, istituito dalla Asl di Milano con la
Regione Lombardia, prevede nel suo ultimo rapporto una crescita dei
consumatori di eroina da oggi al 2010 tra il 10 e il 20%. "L'aumento
potrebbe riguardare maggiormente i soggetti più giovani della popolazione
che non hanno l'immagine storica dell'eroina connessa con malattia, devianza
ed emarginazione", scrivono i ricercatori di Prevo.Lab.

Il passaggio da una droga all'altra, insieme con l'abuso di alcolici, è la
caratteristica principale del nuovo consumo. Molti giovani fumano già
abitualmente hashish (i consumatori di cannabis entro il 2010 potrebbero
salire del 30% secondo l'osservatorio milanese) e cocaina (è previsto un
aumento del 40% che porterebbe i cocainomani al 3%o della popolazione
italiana tra i 15 e i 54 anni).

Il maxi-raccolto di oppio nell'ultimo anno in Afghanistan, che garantisce
più del 90% per cento della produzione mondiale, non è l'unica ragione della
nuova diffusione di eroina. Ci sarebbe anche un motivo strettamente
economico. Dal punto di vista dei trafficanti, investire nell'eroina è come
comprare titoli di Stato. La dipendenza "fidelizza" i clienti. E chi entra
nell'affare adesso può stare tranquillo per i prossimi dieci, vent'anni.
Soprattutto dopo che l'Unione Europea ha rinunciato alla distruzione delle
coltivazioni di oppio, sia nei territori afghani controllati dalla
coalizione della Nato, sia in quelli riconquistati dai talebani. Un altro
scenario internazionale gioca a favore dei narcos: la lotta ai trafficanti
non è più al primo posto dell'agenda internazionale, sostituita dalla caccia
ai terroristi di Al Qaeda che con la produzione di oppio finanziano a loro
volta la guerra.

"Se non facciamo qualcosa per fermare subito quanto sta avvenendo", sostiene
Riccardo Gatti, "ancora una volta, come è già successo, rischiamo di vedere
bruciare almeno due generazioni di ragazzi. La lotta alla droga è ferma a
vent'anni fa. Affrontiamo la questione come se il problema riguardasse solo
l'ultimo anello della catena: cioè il consumatore finale. E dimentichiamo
tutto quello che c'è prima. Dimentichiamo che la droga è moneta di scambio
internazionale, è strumento di colonizzazione. Basti pensare che l'Unione
Europea non esercita un'azione coordinata e non ha una legislazione unica.
Eppure da anni la droga non è più un problema soltanto giovanile. Credere
questo è uno stereotipo. Perché spesso i genitori sono o sono stati
consumatori".

"Questi fenomeni", spiega il direttore del dipartimento dipendenze della Asl
di Milano, "sono prevedibili perché rispondono alle strategie di mercato.
Intanto è cambiato il mezzo di diffusione. Le informazioni che passano da
Internet e dalla tv giocano un ruolo fondamentale. Per esempio, nessuno si
occupa dello sfruttamento dei bambini come generatori di consumi attraverso
le tv commerciali. Il bambino riceve messaggi che non sono più da bambino.
Credo si debba cominciare da lì. Il bisogno di droga nasce dal bisogno di
consumo".

I ragazzi tra i 15 e i 20 anni che arrivano ai Sert di solito non si sentono
tossicodipendenti. A volte si sottopongono a una terapia soltanto come
misura alternativa perché sono stati sorpresi dalle forze dell'ordine. "Non
sanno fare autocritica in merito al proprio uso di sostanze", rivela Georgia
Sapudzi, psicologa al Sert di piazzale Accursio a Milano, "Anche se
riconoscono di essere informati sulle droghe, negano la propria
tossicodipendenza. Questo è anche dovuto alla banalizzazione del concetto di
benessere. Pensiamo a come la pubblicità televisiva presenta alcuni
antinfluenzali: prendi la pastiglia e subito sei a posto. È come se uno
prendesse l'eroina perché è in ansia. E spesso, tra i poliassuntori di
droghe, è così: l'eroina serve a calmare la sovraeccitazione che danno il
consumo di alcol e cocaina. Poi magari dalle stesse persone senti dire che
odiano gli psicofarmaci perché li considerano tossici".

"Sono ragazzi apparentemente normali", spiega Giovanni Greco, membro della
Consulta nazionale di esperti contro le dipendenze, "che frequentano scuola
e Università, vivono in famiglia o lavorano. Si drogano non per una scelta
di rottura. Cercano qualcosa per sedare l'ansia e affrontare insuccessi o
per provare nuove esperienze. E in questo l'eroina è usata come analgesico.
La precocità degli adolescenti oggi è nel sentirsi male prima e nel
ricorrere prima del tempo a qualcosa credendo di stare meglio".

L'arrivo massiccio di eroina è confermato dai sequestri della Guardia di
finanza: quasi una tonnellata e mezzo tra gennaio e ottobre 2007, il 25,9
per cento in più rispetto al 2006. Anche se, secondo le analisi dello Scico,
il Servizio centrale contro il crimine organizzato, parte di questi carichi
era destinata alla Germania dove la 'ndrangheta controlla traffico e
riciclaggio. In aumento anche i sequestri di sostanze da taglio, spesso
tossiche. Come i 312 chili di paracetamolo di dubbia qualità scoperti al
valico del Brennero. E i 30 chili di fenacetina, un antinfiammatorio
accusato di provocare anemie e gravi lesioni ai reni.



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