[aha] Re: Aha Digest, Vol 10, Issue 14

pAt iechieri at libero.it
Fri Aug 15 12:15:44 CEST 2008


Grazie prof per gli auguri... del resto sono convinto anche io che le 
cose più interessanti
le riuscirò a fare dopo aver finito gli studi (fino a che non vado a 
lavorare..).
A me comunque preoccupa più non essere disfattista che esserlo.
Che mi deprimo è vero, ma quando non lo farò più, significa che avrò 
fallito nella vita.

Concordo con il discorso sullo "squatting infrastrutturale",
è vero che di prof che ti posso cambiare la vita ci sono,
ma sono inseriti in strutture tali che possono arrivare a perdere la 
maggior parte del valore.
Concordo soprattutto sulla costruzione di giocattoli... è questa la 
tendenza.
Ma del resto non si vendono gli approcci critici e impegnati,
e la strada del MIT sembra essere la massima aspirazione per molti corsi 
di questo settore.

Un'altra cosa bellissima è lo stesso modo in cui viene chiamata la NABA.
Io dico "la NABA" ma è bellissimo sentire quando l'amministrazione e 
ormai anche studenti,
la chiamano senza articolo come fosse un nome di persona.
Quando in un posto viene fatto un lavoro di fidelizzazione, al pari di 
quello del supermercato vicino casa, come questo;
a me sembra anche ovvio che una posizione di intento sociale/culturale 
come quella di Massimo Canevacci,
possa essere in discussione, in quanto penso, sia considerata come forma 
di dissidenza all'interno dell'industria culturale.

 Il punto penso sia questo Natasa.
Penso che una persona nella sua vita possa anche permettersi di non 
conoscere le tendenze sociali e/o tecniche scientifiche ecc... .
Il problema è il tentare di tagliare definitivamente fuori la vera 
cultura teorica, e soprattutto *"critica"* all'interno delle istituzioni 
educative.
In altre parole l'urgenza che si prefigura è puramente produttivistica, 
a chi importa mai di avere un etica?
Ti ringrazio della risposta riguardo il trovarsi il proprio network di 
lavoro e di persone ecc. ... anche non stano in posti pienamente stimolanti.
Ma se avessi avuto la possibilità, e se non fossi stato risucchiato di 
tutto (tempo, energie ecc. ...) come in ogni sistema produttivistico,
lo avrei fatto con piacere, del resto è quello che faccio più o meno da 
quando avevo 13 anni.
Ma di fatto per me conta più l'ambiente che mi circonda (che è il mio 
fine ultimo, forze)
che arrivare a conoscenze strumentali non so per chi non so per cosa...


a presto




Alessio Chierico




--         


o0 pAt 0o



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http://bloggo.oziosi.org/pensieri

"La riproducibilità tecnica dell'opera d'arte emancipa per la prima 
volta nella storia del mondo quest'ultima dalla sua esistenza 
parassitaria nell'ambito del rituale" (L'opera d'arte nelle epoca della 
sua riproducibilità tecnica - Walter Benjamin)




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> Message: 1
> Date: Thu, 14 Aug 2008 19:10:56 +0200
> From: "gadda1944" <gadda1944 at libero.it>
> Subject: Re: Re: [aha] vi giro - LA FINE DELL'ANTROPOLOGIA
> To: "aha" <aha at ecn.org>
> Message-ID: <K5LP28$B8C22A68C187607CC6BDAA52506D4C1D at libero.it>
> Content-Type: text/plain; charset=iso-8859-1
>
> Va bene, capisco che ognuno ha da difendere la sua parrocchia, e siamo tolleranti.
>
> Propongo di sospendere il gioco a "l'ho detto prima io, o i miei amichetti", se no non ne usciamo più, e chiarisco che non condivido nessuna parrocchia col compianto Ivan Illich, solo qualche idea.
>
> Comunque lasciatemi dire che prima di Illich, Papini e Marinetti (che però non vale perché ce l'aveva con tutti, prima di diventare lui stesso Accademico d'Italia :-)) ), e allora anche Aldo Capitini, e per certi versi anche Guido Calogero, prima di tutti questi, allora, c'è stato Jean-Jacques Rousseau. Il rifiuto della scuola, insomma, ha precedenti illustri e disparati.
>
> Ma ora, ripeto, basta, sennò Alessio si deprime - e Francesco ci bacchetta e ci dice che siamo disfattisti :-)))
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