[aha] vi giro - LA FINE DELL'ANTROPOLOGIA

xDxD xdxd.vs.xdxd at gmail.com
Thu Aug 14 19:15:57 CEST 2008


e infatti il punto è proprio quello. dopo anni di scontri con gente che 
dava il titolo "computer arts" a corsi universitari e simili e, invece, 
preparava gli ennesimi schiavetti pronti a produrre i loro 10milioni di 
poligoni 3d giornalieri per il prossimo film di holliwood, e dopo una 
serie di esperienze universitarie (da studente e da, aihmè, docente) di 
cui mi rimangono impressi solo l'immagine di un meccanismo inutile  (se 
non per pochi privilegiati) e, dirimpetto, il brillare di quelle poche 
persone di valore che ci stanno in mezzo, ho pensato che sarebbe meglio 
cambiar strategia.
Anche il contatto con quelle poche università che funzionano è 
dirompente. Funzionano, sì, ma costano. Oppure hanno quell'area tanto 
"corporate" misto surfista che produce più mostri che altro.
Il linguaggio, anche, è un concetto delicato. Perchè è facile riempirsi 
la bocca dicendo "io faccio emotional design all'università tal de' 
tali" o cose similmente altisonanti.
Se da un lato la disponibilità di corsi "belli" e che "suonano così 
bene" è sicuramente un valore, dall'altro è un immediato distruggere 
quel poco di critica che è rimasta nella cultura e nell'accademia. Tutti 
voglio fare gli interaction designer, tutti vogliono fae comunicazione, 
tutti vogliono fare tecnologie emozionali e installazioni 
multisensoriali a cavallo tra mondi virtuali e società contemporanea. 
Rimane il fatto che oltre a fare i giocattoli toccherebbe fare anche un 
po' di critica.
Sennò ci si riduce come al MIT, nota fabbrica di benessere, di brevetti, 
di giocattoli dai nomi fascinosi e di ricercatori che parlano 
rapidi-rapidi, con una pupilla a forma di dollaro e l'altra a forma del 
logo  Disney.
E' l'istituzione che, un po', porta a quello. Purtroppo.

Alternative?

Lo squatting! :)

squatting infrastrutturale.

Si occupano "concettualmente" le università. Ovvero: si dice sì a tutti 
(ai presidi, ai ministri, ai bidelli, ai colleghi) e poi a lezione si fa 
quel che si ritiene migliore in termini di contenuti e dei modi di fare 
le lezioni. Che, poi, è come fanno i professori migliori che conosco.

Mi togli Antropologia Culturale? E io la faccio lo stesso. Evvaffanculo.

Punto.

(e magari mi do' anche una coordinata con gli altri prof del mio e degli 
altri istituti per evitare queste merdose derive da dittatura "soft" che 
stanno avendo le università)

Se poi si arriva a uno scontro vuol dire che ce n'era bisogno.

Tutte ste chiacchiere, questo burocratichese,  per poi ottenere il 
micro-accordo per la micro-concessione di una micro-disponibilità a fare 
questo o quello mi sembrano, sinceramente, inutili.

abbracci!
xDxD


gadda1944 ha scritto:
> Ivan Illich, "Descolarizzare la società. Per una alternativa all'istituzione scolastica" [1970], ed. it. Mondadori 1972, non so se è ancora disponibile...
>
> Un ottimo antidoto contro tutte le illusioni sulla didattica e  sul ruolo "progressivo" delle scuole. 
>
> Faccio i miei migliori auguri ad Alessio, ma tutte le università ormai, pubbliche o private (e non parliamo delle accademie), si stanno trasformando in qualcosa di molto simile a un super-IED, cioè scuole professionali di alto livello che addestrano gli studenti a diventare marchettari. Che poi è quello che in fondo vogliono loro per primi (con le debite ma ahimé ininfluenti eccezioni)...
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> gadda
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